MURLOCULTURA n. 1/2006
Considerazioni sulla
buona stagione a Murlo

di Luciano Scali
Associazione Culturale di Murlo
Torna all'indice


La buona stagione dovrebbe essere ormai alle porte e, come tutti gli interessati auspicano, si registreranno nel nostro comune, presenze turistiche straordinarie. Ed ecco da diverse parti levarsi voci insistenti per conoscere le iniziative ludiche, culturali o gastronomiche organizzate dalle varie Associazioni o dall’Amministrazione Comunale. Le iniziative però costano sia in termini economici che di impegno personale e, specie con i tempi che corrono c’è sempre più penuria di tutti e due. Ai turisti che arrivano, le manifestazioni piacciono, ma vorrebbero anche potersi indirizzare verso luoghi interessanti invece di correre via dopo nemmeno un giorno di sosta. Se si esclude il Museo che può intrattenerli per un paio d’ore al massimo, non esiste posto dove andare. I luoghi ci sarebbero ma non si può dire che siano fruibili. Crevole sembra abbandonato, villaggio compreso; Vallerano è fuori mano ed il suo stato fatiscente; Montepescini è solo di transito vista l’inagibilità dell’area del Castello, della chiesa col suo tetto lesionato e la chiusura di Poggio Castello. A S. Giusto vi si arriva con difficoltà malgrado tre vie di accesso; Montespecchio è irraggiungibile. Per giungere alla Befa si deve attraversare un ponte non troppo affidabile e nessuno sa indicare i ruderi della Villa Romana; a Pompana non è rimasto nulla da vedere mentre a Casciano oltre alle due chiese non resta altro. Solo Campriano e qualcosa a Vescovado. Ci sarebbero i percorsi, simili a quelli che la nostra Associazione ha promosso, ma come organizzarli in una prospettiva più ampia? Il sentiero didattico era qualcosa di unico ma non è stato tenuto nella considerazione che meritava lasciando che la natura se ne riappropriasse ed agli uomini di fare il resto. Anche attorno al Villaggio della Miniera esistono tante cose da vedere ma tutte, nessuna esclusa, affidabile: Il pozzo non più in sicurezza, le gallerie laterali rese accessibili, la scenderia dell’Acquabuona aperta, il podere della miniera e la “Fortezza” a rischio di crollo senza che i proprietari vi pongano riparo e senza che si possa imporre loro di fare qualcosa. Allora, per concludere: “non è forse meglio che la bella stagione tardi a venire e che, se fosse possibile sovvertire l’ordine naturale delle cose, si passasse da un inverno all’altro facendo rimanere tutti i turisti a casa?

Torna su