Murlo Cultura 2020 - Nr. 2-3-4

La saggezza dei proverbi e il loro riscontro nella vita quotidiana

di Luciano Scali

MODI DI DIRE

"Apparire e non essere è come filare e non tessere!"
Già, è questo un proverbio che da un po' di tempo mi ossessiona quasi volesse ricordarmi un qualcosa o mettermi sull'avviso sul doverne tenere conto o meno. Poi, d'un tratto tutto diviene chiaro proprio nel momento in cui mi ero rassegnato a non pensarci più. Ma certo, aveva ragione mia madre quando qualche volta me lo ripeteva e sempre nei momenti in cui mi sentivo sicuro di poter esprimere qualche giudizio su certe persone che sembravano aver raggiunto successo e benessere così, all'improvviso grazie ad insospettate qualità che nessuno aveva immaginato potessero avere. Se provavo a dire che erano state brave e che possedevano delle qualità straordinarie lei, senza alzare la testa dal lavoro a cui stava accudendo tirava fuori un altro paio di proverbi tipo:
"Non sempre è tutt'oro quello che riluce!" oppure "Chi si loda s'imbroda" ridimensionando così tutto il mio entusiasmo mettendomi sull'avviso e costringendomi a riflettere. Nella maggior parte dei casi aveva ragione lei perché di gente veramente brava, capace di portar via il fumo alle schiacciate, tanto per intendersi, se ne trovava poca e quella che in un certo qual modo ci riusciva, poteva farlo perché più abituata a muovere le mani e non la lingua soltanto. Eppure esistono situazioni dove una regola simile non sempre vale ed un proverbio a prova di bomba come il seguente "Le parole se le porta via il vento, solo i fatti restano!" viene relegato a citazione di nessun valore rammentando un fatto che Nanni, il fratello di mia nonna paterna era uso raccontare la sera a veglia. Si trattava di quella volta che il suddetto Nanni venne citato come testimone in un processo che si teneva presso il Tribunale di Sinalunga, chiamato a dirimere una vertenza che vedeva un contadino opporsi alla decisione del fattore che intendeva scacciarlo dal podere allocato a mezzadria.
"Vedi Gostino" diceva lo zio Nanni a mio padre, "Al principio pareva che le cose andessero bene pel contadino, ma poi è vienso un Affogato (sic) da Siena e cappelli bianchi l'ha fatti doventà neri!" La frase pittoresca così come lo zio Nanni riportava, voleva dire che al povero contadino toccò fare fagotto in fretta e furia e andarsi a trovare un altro posto per le poche cose che aveva e per la sua numerosa famiglia. Questo evento induce alla riflessione, anche in presenza di altri acclarati ma che, se presentati in maniera inappropriata, si ritorcono verso coloro che intendevano avvalersene. Prendiamo il caso di quel proverbio che sempre il predetto zio Nanni, che abitava nel podere di Ginestrelle verso Montisi e che osservando il tempo diceva: "Quando baturla verso Siena, tutti i borri hanno la piena!" Niente di più vero anche se lo stesso fenomeno visto dalla parte opposta, cioè dalla zona del Chianti, diceva: "Se grandina a Siena e verso Sciano, qui acqua poca e tanto baccano!".
Ecco allora rendersi conto che l'aspetto di ogni cosa dipende sempre dal punto di vista, da dove e da come si guarda poiché, nella parte opposta di dove splende il sole può piovere a ritrecine. Chiunque osservi tali fenomeni stando nel luogo dove avvengono e li riportino così come li vedono, asseriscono una verità che è relativa a quel posto e non assoluta come qualcuno potrebbe asserire. E allora? Allora niente! Come tutte le cose di questo mondo anche i proverbi hanno il valore ed il rispetto che meritano se quello che dicono si avvera, cosa di cui in passato nessuno si azzardava a dubitare poiché era difficile che facessero cilecca dal momento che si riferivano ad osservazioni locali da dove la gente si allontanava poco. Per i più il mondo era ridotto a quanto si vedeva da casa o poco più in là poiché tranne per il servizio militare, "il giro di nozze" o la guerra, occasioni per spostarsi ce n'erano poche. Il mondo era piccino ed i proverbi, basati sull'osservazione e sulle esperienze vissute in un ambito ristretto, divenivano certezze col ripetersi ed il più delle volte c'azzeccavano davvero. Ognuno custodiva le proprie esperienze riferite all'ambiente dove viveva e dove, salvo qualche cataclisma naturale, tutto procedeva con una certa regolarità e con limitate variazioni. Si deve al progresso se le carte si sono mescolate a tal punto in cui oggi è facile trovare persone che, spinte dalla pretesa di sapere tutto quello che succede nel mondo, finiscono per ignorare quanto sta accadendo attorno alla propria casa!
"Chi è causa del proprio male pianga se stesso!" potrebbe essere il proverbio adatto a mettere un punto fermo a questo ragionamento che purtroppo non risolve il problema inducendo a formularne un altro ancora a beneficio di chi avrà la speranza di poterlo verificare:
"Chi vivrà vedrà!" Niente di più vero davvero!

 

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