MurloCultura 2014 - Nr. 3

Dissesto idrogeologico antico e moderno

di Redazione

RIFLESSIONI SUL TERRITORIO

 

Si è svolta sabato 26 luglio scorso un’interessante conferenza nella Palazzina di Murlo, organizzata dal Museo Etrusco nell’ambito delle Notti dell’Archeologia. Il prof. Zifferero del Dipartimento di Scienze storiche e dei Beni culturali dell’Università di Siena ha mostrato come poter leggere, tramite lo studio archeologico del paesaggio attuale, i resti degli antichi paesaggi e soprattutto delle sistemazioni agricole, per capire come e da quando l’uomo ha cominciato ad interagire con il territorio e a innescarne il dissesto, importante punto di partenza conoscitivo per mettere a punto, oltre che una migliore conoscenza del mondo antico, anche interventi di gestione attuali consapevoli delle dinamiche passate. Il prof. Zifferero ha mostrato come pratiche agricole sbagliate, utilizzo intensivo del territorio e cattiva gestione in generale possono aver peggiorato dinamiche innescate secoli prima e come sia necessario ripensare, per prevenire disastri come l’alluvione di ottobre 2013, tutta la gestione del territorio, a partire proprio da quella urbanistica ma anche da quella agricola, che è di per se causa dei fenomeni di erosione e ruscellamento che indeboliscono la capacità di un territorio di rispondere ad eventi climatici estremi. Interessanti e motivo di spunto anche per il nostro territorio le proposte del professore per cambiare rotta, che discendono in gran parte dalle pratiche agricole antiche di coltivazione dell’olivo e della vite, indagate anche con i progetti Vinum e Eleiva sulla viticoltura e l’olivicoltura etrusche. La parola è poi passata all’antropologo Fabio Carnelli del Museo della Mezzadria di Buonconvento, che ha spostato l’attenzione proprio sull’alluvione del 20-21 ottobre 2013, sul quale la comunità di Buonconvento ha avviato un processo di partecipazione che coinvolge istituzioni (fra cui lo stesso Museo), associazioni e cittadini, con la finalità di comprendere pienamente le cause dell’accaduto e definire una strategia di gestione condivisa. La discussione che è seguita con i partecipanti ha mostrato come sia ancora necessario approfondire queste tematiche ed in particolare quelle legate alle dinamiche fluviali, alla luce di quanto successo negli stessi giorni anche nel Comune di Murlo. Risposte singole al problema (come la “pulizia della vegetazione”, lo “scavo dell’alveo” o altre che sono state citate dai partecipanti) possono essere soluzioni a problemi puntuali ma possono rivelarsi dannose a scala più ampia e per questo la gestione va fatta considerando il fiume e le sue dinamiche nel suo complesso, agendo su tanti fronti, primo fra tutti la corretta gestione del suolo.
Proprio poco tempo fa (23 maggio 2014) si è parlato di questi argomenti a Siena, presso l’Accademia dei Fisiocritici, in un convegno di una intera giornata dal titolo emblematico “Difendersi dai fiumi o difendere i fiumi?”, organizzato da WWF Siena, dall’associazione di pescatori Mosca Club Siena con la collaborazione dei Consorzi di Bonifica. Cogliamo l’occasione per parlarne perché da pochi giorni sono stati resi disponibili gli interventi presentati, che possono risultare senz’altro utili a chi si interessa, cittadino o ente, all’argomento della gestione fluviale. L’argomento del convegno è stata appunto la gestione degli ambienti fluviali, importanti ecosistemi troppo spesso relegati al ruolo di collettori dei nostri scarichi o considerati al massimo come “problemi” per i danni che con le loro piene provocano a strutture che spesso vengono costruite impropriamente nei modi e nei luoghi. Il convegno ha cercato di capovolgere il punto di vista: non difendersi dai fiumi come portatori di pericoli, ma piuttosto difenderli per garantirne la piena funzionalità in termini di capacità di regimazione idraulica, di capacità autodepurative, di capacità di ospitare una ricca biodiversità e di offrirci anche un bel paesaggio dove passare il tempo libero. L’iniziativa ha riunito a Siena tecnici del settore e soggetti preposti alla gestione degli ambiti fluviali, con lo scopo di rendere disponibili informazioni scientifiche e tecniche per gestire le problematiche idrauliche riqualificando gli ecosistemi. Secondo quanto è stato detto dai relatori, il territorio italiano è estremamente vulnerabile agli eventi calamitosi che colpiscono la penisola con sempre più frequenza ed è ormai dimostrato che gli interventi straordinari durante le emergenze non risolvono il problema; è invece indispensabile rilanciare una pianificazione a livello di bacino idrografico supportata da finanziamenti adeguati e costanti, come previsto dalle direttive europee, per garantire un governo delle acque basato sulla manutenzione del territorio e su una diffusa azione di rinaturalizzazione volta al recupero delle aree di esondazione naturale dei nostri corsi d’acqua (spesso coltivate fino alle sponde o, peggio, occupate dai capannoni delle zone industriali) e al riassetto agroforestale dei versanti. Si tratta di interventi che renderebbero più stabile e funzionale la risposta del reticolo idraulico ad eventi estremi che si preannunciano sempre più frequenti.

 

Per chi volesse approfondire:

 

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