MurloCultura 2014 - Nr. 4

Storia di una cena

di Nicola Ulivieri

Sono passati ormai quasi tre anni da quella cena tra amici ad una sagra country, nei pressi di Montalcino, quando Vincenzo Brogi, allora presidente del Circolo Arci, mi propose: "Ma perché, visto che c'hai sempre avuto questa fissa dei peperoncini, non si organizza una cena piccante al Circolo?". Pensare ad una cena a tema, in un periodo in cui, mi sembra, era (ed è) tutto un fiorire di sagre, di cui alcune assolutamente pretestuose e insulse, non mi andava molto a genio.
Quasi tutte le cene e sagre, che troviamo in giro, hanno il principale scopo di racimolare soldi usando come tema conduttore qualcosa di accattivante ma, spesso, slegato dal territorio e senza nessuna tradizione o attenzione alla qualità dei prodotti. Addirittura, alcune sagre storiche non offrono più i prodotti della loro tradizione e, nonostante questo, le cene proseguono ugualmente. Basti pensare alle varie sagre della rana, come ci sono a Staggia (SI) o Paganico (GR), dove non vengono più servite rane pescate nella zona o nel territorio italiano ma quelle provenienti dall'est Europa o sud-est asiatico; pratica contro cui si è espresso anche il WWF [1][2]. Capisco che le mutate condizioni ambientali, di protezione di alcuni animali ecc., impediscano oramai di proseguire una tradizione, ma si potrebbe anche semplicemente prenderne atto, invece di utilizzare prodotti di dubbia provenienza e qualità e arrendersi ai fatti, come hanno fatto coraggiosamente e onestamente alla Sagra del Fungo Amiatino di Bagnolo (GR) dove, quest'anno, hanno annullato la 42a edizione per mancanza del proprio fungo [3]. Bravi! Purtroppo, però, sono in molti a portare avanti false tradizioni e sfruttare glorie passate, sia per le sagre, sia per i prodotti. Una notizia che non conoscevo e che mi colpì, mi fu raccontata tempo fa dal fiduciario Slow Food di Pontremoli (MS) riguardo al famoso lardo di Colonnata, il primo Presidio di Slow Food... ora escluso dai presidi! Un presidio Slow Food è un progetto per il recupero e la salvaguardia di razze autoctone e varietà di ortaggi e carni a sostegno di piccole produzioni tradizionali che rischiano di scomparire minacciati dall'agricoltura industriale, dal degrado ambientale, dall'omologazione [4]. Il lardo di Colonnata, mi viene spiegato, è stato escluso dai presidi Slow Food perché la materia prima non ha una provenienza locale e può essere utilizzato il lardo proveniente da altre zone, non rispettando quindi la richiesta di Slow Food di una filiera corta [5][6]. Leggiamo su slowfoodtoscana: "Slow Food Toscana ha sempre prestato particolare attenzione alla salvaguardia della biodiversità e ai Presìdi che ne rappresentano l'esperienza più concreta e di maggiore visibilità. Attualmente i Presìdi in Toscana sono quasi 20. Mancano all'appello nomi famosi che negli anni passati erano assai noti al di fuori della nostra regione, come ad esempio: il fagiolo zolfino, la cinta senese, il lardo di colonnata, la razza chianina. Alcuni di questi, infatti sono stati oggetto di sospensione proprio per il rigore con il quale abbiamo sempre inteso procedere."[7].
Ce ne sono tante di queste notizie che riguardano prodotti e sagre non più tradizionali, come la stessa cena country dove si svolgeva il nostro dialogo sull'ipotesi di una cena piccante e, forse anche per questo, la proposta di Vincenzo, di fare questa cena a Vescovado con i nostri peperoncini, quelli che coltiviamo noi da tempo, la trovai una buona idea. Il nome della cena, fu la prima cosa che mi venne in mente: Cena Bruciaculo! Non poteva chiamarsi in altro modo. Mi lasciai quindi convincere e in pochi giorni pensai ad un menù, provando e selezionando alcune ricette trovate in internet per il secondo e il dolce. Quando finalmente decidemmo di fare la cena, accadde quello che non mi sarei aspettato: tantissime persone furono prese dall'entusiasmo dell'evento e dalla comune passione per il peperoncino ed iniziarono a proporre idee e collaborare per la riuscita della cena. Difficile e ingiusto dire chi ha collaborato alla riuscita di questo evento giunto ormai alla terza edizione, perché sono davvero tanti, come Davide Ricci che, oltre all'aiuto in cucina, ha fornito la maggior parte dei suoi peperoncini cresciuti con maestria; Francesco Colubriale, di origine calabrese che, ogni anno, si occupa di cucinare la pasta alla 'nduja; le donne che aiutano in cucina e subiscono l'aria piccante della lavorazione degli habanero e naga morich, starnutendo e maledicendomi quando preparo la salsa per la marinata del chili o il dolce all'habanero chocolate. Ma, come dicevo, le persone che hanno messo entusiasmo per queste cene sono tante, come chi pensa alla coreografia dei tavoli, pannelli con spiegazioni dei vari tipi di peperoncino e molto altro. Ma la passione per questa cena la dimostrano soprattutto i partecipanti che, in diversi, si presentano all'evento portando i propri peperoncini e salse fatte in casa da far assaggiare ad altri o confrontare con quelle di amici e conoscenti. Questo è l'aspetto della cena che più mi è piaciuto: la collaborazione tra amici del paese e l'allegria che scaturisce da una cena con questo tema.
Il successo della Cena Bruciaculo, avvenuto sin dal primo anno con tantissimi partecipanti, testimoniato anche dal fatto che l'evento è conosciuto in varie parti della provincia di Siena senza che sia mai stato pubblicizzato, se non per passaparola o utilizzando i comuni social network, è dovuto anche all'attenzione con cui vengono scelte e proposte le pietanze: non viene utilizzata plastica (piatti di coccio e bicchieri di vetro) e le materie prime sono biologiche o almeno di stagione e di prima scelta, cucinate in modo casalingo e in quantità limitata.
Dopo il primo anno mi era stato proposto di fare una sagra di 2-3 giorni, visto il numero di richieste di partecipazione, ma ho sempre rifiutato perché va conservata una dimensione limitata della cena per poter offrire un'ottima qualità. Dopo la seconda edizione, però, qualcosa non mi faceva stare in pace con me stesso. Come consigliere dell'Associazione Culturale di Murlo e componente del Comitato di Condotta di Slow Food Siena, non trovavo molto imparziale contribuire ad una cena che, alla fine, andava a beneficio del solo Circolo Arci, facendo ovviamente concorrenza ad altre attività della zona. Mi piace poter dare un contributo a tutti e impegnarmi per la valorizzazione del nostro territorio, in senso generale.
Alcuni amici mi fornirono l'idea di proporre la destinazione di parte del ricavato ad una associazione, così da dare alla cena una connotazione più ampia, culturale e a sfondo sociale. La trovai un'ottima proposta e la girai alla Casa del Popolo di Vescovado, che ringrazio, che la accolse immediatamente ma che non approvò però la mia idea di destinare parte del ricavato all'associazione nazionale Salviamo il Paesaggio (sostenuta da Slowfood, Touring Club, WWF e molti altri), proponendo invece l'Associazione Culturale di Murlo come beneficiario, in quanto associazione del territorio. La donazione ricevuta dall'Associazione Culturale è poi stata utilizzata per la ristrutturazione della copertura della fossa di fusione a Murlo, grazie anche a molti volontari che hanno fornito mezzi e manodopera.
Ecco, questa è la storia di una cena, la cena Bruciaculo, nata quasi per scherzo, da un'idea e una passione, che si è trasformata negli anni in un evento che accomuna molte persone del territorio e che ha finalmente assunto anche una connotazione più ampia, culturale, di passione per il cibo fatto in casa e per il territorio.

 

Cena Bruciaculo 2014

 

Fonti citate o consultate
[1] "Il Wwf vuole bloccare la sagra della rana, Paganico si ribella", Il Tirreno 7 giugno 2011 http://www.bairo.info/rassegnastampa070611.html

[2] "Il WWF contro la sagra della rana: una iniziativa insostenibile", http://www.wwfsiena.it/joomla/index.php/component/content/frontpage/frontpage.html?start=35

[3] https://www.facebook.com/sagradelfungoamiatino
30 settembre alle 14.32 - COMUNICAZIONE UFFICIALE:
Il "comitato festeggiamenti bagnolesi", organizzatore della sagra del fungo amiatino, ha deciso che non la 42^ edizione non si svolgerà quest anno. A causa della stagione e della mancanza del nostro fungo, il nostro prodotto tipico sul quale si basa il nostro lavoro, dobbiamo rimandare l'evento all'anno prossimo.
Siamo spiaciuti di dover dare questa notizia ma tutto il nostro lavoro si basa sul fatto che vogliamo dare e fare conoscere il NOSTRO fungo e il NOSTRO ambiente in quanto crediamo che sia un valore aggiunto.
Nel salutarvi e darvi l'appuntamento al prossimo anno vi vogliamo invitare a due eventi che "patrociniamo" e organizziamo nei prossimi fine settimana. Si tratta di una "cena con delitto" e una festa con DJ, tutto gestito dai nostri ragazzi. A breve pubblicheremo gli eventi su FB.

[4] I Presìdi nel mondo, www.fondazioneslowfood.it/presidi

[5]"Il salume apuano fuori dai presidi Slow food", http://iltirreno.gelocal.it/massa/cronaca/2011/02/23/news/il-salume-apuano-fuori-dai-presidi-slow-food-1.2340148

[6] Disciplinare diproduzione del Lardo di Colonnata IGP, http://www.agraria.org/prodottitipici/lardodicolonnata.htm

[7] I Presìdi Slow Food in Toscana, www.slowfoodtoscana.it/i-presdi-toscani/

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