MurloCultura 2015 - Nr. 6

Etruschi a Ville di Corsano

di Neri Niccolai - Pro Loco Ville di Corsano

NOTE DAL TERRITORIO

 

“Etruschi a Grotti” sarebbe stato un titolo più appropriato per la manifestazione che si è svolta lo scorso 8 dicembre a Ville di Corsano, ma gli organizzatori della locale Pro Loco hanno voluto così riaffermare la unicità del territorio sul quale cercano di esercitare un ruolo di protezione e valorizzazione. Che gli Etruschi a Grotti fossero numerosi ed attivi già nel IV secolo a.C. era noto da tempo, ma quanto è stato trovato l’11 giugno del 2014 ha fornito la prova che vi erano insediamenti precedenti almeno di trecento anni.
Ma andiamo con ordine per una storia che comincia tanti anni fa, quando il compianto Prof. Vasco Cappelli insieme ad alcuni amici, individua, affiorante nel terreno del bosco di Grotti, un oggetto metallico che poteva essere parte di una bomba inesplosa, oppure di qualche oggetto di rilevanza storica. Nel dubbio, decisero di proseguire nella loro passeggiata alla ricerca dei funghi che il posto offriva loro in abbondanza. L’idea, però, che quanto avevano rilevato potesse essere di un qualche interesse archeologico, era rimasta viva in Vasco e più di una volta me ne aveva parlato, indicandomi anche il posto dove l’oggetto misterioso faceva a malapena capolino nel sottobosco. Durante le nostre lunghe passeggiate tra i boschi della zona, Vasco mi dava molte indicazioni sui posti che riteneva meritevoli di esplorazioni archeologiche; quando purtroppo si sono acutizzati i sintomi della sua inesorabile malattia, aumentammo ancor più l’impegno per verificare le sue intuizioni. La fortuna di aver trovato considerazione nel funzionario allora responsabile della Soprintendenza ai Beni archeologici per la provincia di Siena, la dottoressa Elena Sorge, ha dato il via all’importante ritrovamento di cui anche i giornali hanno recentemente parlato [pag. 23 del Corriere di Siena del 16 dicembre scorso].
Per non ripetere cose già scritte sull’argomento, qui mi limito solo a riassumerne gli aspetti principali. In una sepoltura a fossa, non distante da un gruppo di tombe a camera scoperte negli anni ‘60 nella zona di Grotti, l’oggetto misterioso risultava essere la calotta di un elmo etrusco in bronzo. Una serie di manufatti, che hanno permesso di indicare alla metà del VII secolo il periodo nel quale il nobile etrusco avesse vissuto, accompagnavano le ossa rimaste, ora in lista d’attesa per essere analizzate geneticamente presso il laboratorio di Archeantropologia della Soprintendenza Archeologica della Toscana.
A conclusione dell’affollata manifestazione dell’8 dicembre mi sono venute in mente un paio di considerazioni: la rilevanza storica della zona di Ville di Corsano e l’indifferenza che le generazioni più giovani mostrano riguardo la ricerca e la conservazione delle proprie tradizioni. Per quanto riguarda il primo punto, prima di tutto l’amara considerazione che il patrimonio archeologico della necropoli di Grotti è quasi del tutto evaporato, depredato in tempo reale durante gli scavi degli anni ‘60 e ‘70 ad eccezion fatta per i pochi reperti in esposizione al Santa Maria della Scala. Oggi, la maggiore efficienza della Soprintendenza ai Beni archeologici, che può anche contare sulla collaborazione delle organizzazioni di volontariato attive nel territorio, credo possa limitare, se non impedire, che la rapina del patrimonio storico e culturale avvenuta nel passato possa di nuovo verificarsi nel disinteresse della popolazione. Sarebbe stato importante, con ricadute positive per lo sviluppo della Frazione, poter mostrare già allora, come Ville di Corsano fosse per gli Etruschi uno strategico punto intermedio della direttrice Volterra-Chiusi, adagiato sul punto più alto tra Sovicille e Poggio Civitate con i 380 m del Poggio dei Mocali.
Ma quello che oggi rimane potrebbe essere ancora valorizzato, se i proprietari dei terreni su cui insistono i ritrovamenti (e quanto ancora vi è da scoprire!) collaborassero alla realizzazione di un vero Parco archeologico etrusco con la relativa sentieristica e realizzabile tra i comuni di Sovicille, Monteroni d’Arbia, Murlo e Buonconvento. Naturalmente, questi interventi mai saranno accettati dalle proprietà interessate se non a fronte di incentivazioni concrete come, ad esempio, riduzioni nelle aliquote della tassazione per quei progetti ritenuti rilevanti per la valorizzazione storica e/o paesaggistica del territorio.
La seconda riflessione è alquanto amara: tra il centinaio di partecipanti presenti all’incontro dell’8 dicembre al Circolo ARCI Colibrì non c’era nessuno di età inferiore ai trenta anni! La dichiarazione dantesca fatti non foste per viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza sembra sempre più anacronistica, con l’illusione dilagante che quanto Internet ci fornisce sia più che sufficiente a rispondere ad ogni nostro bisogno di cultura. Così, siamo arrivati a valutare la bellezza di un paesaggio o l’interesse di un racconto attraverso lo schermo di una televisione, di un personal computer o di un cellulare piuttosto che dalla realtà che abbiamo intorno, vicina e fruibile. Sembra, purtroppo, delinearsi uno scenario in cui si apre una divaricazione tra generazioni “anziane” che si impegnano per la diffusione della cultura ed altre più “giovani” che ne colgono solo la sua dimensione take away.
La rivoluzione tecnologica, ed in particolare quella digitale, ci ha colto impreparati da molti punti di vista, in particolare per quello che riguarda la perdita di valore delle realtà e delle conoscenze di piccole dimensioni. Non “perderci” sarà una delle tante sfide del futuro.

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