MurloCultura 2019 - Nr. 3-4

Antiquarium di Poggio Civitate. Un museo vivo

di Luciano Scali

EDITORIALE

Sima Banchetto - disegno di Luciano ScaliSpesso si sente dire in giro: E' mai possibile realizzare un Museo così importante in un borgo fuori mano com'è Murlo e pretendere che ci venga qualcuno a vederlo? Non era forse meglio trasferire quei reperti a Firenze o a Siena dove sarebbero stati più visibili e apprezzati?
A prima vista sembrerebbe un discorso sensato ma a ragionarci su bisognerebbe dire a chi l'ha fatto d'aver presa una bella cantonata! E' vero, i reperti sarebbero stati alla portata di un più vasto pubblico se trasferiti in quelle città, ma quanti di quei visitatori l'avrebbero osservati con l'attenzione che meritano nel contesto degli Uffizi a Firenze? Le testimonianze di vita di Poggio Civitate, così come si trovano esposti nell'Antiquarium di Murlo, rappresentano un unicum omogeneo da cui reperire l'intero contesto di notizie scaturito da oltre mezzo secolo di scavi effettuati sul sito ben visibile dalle finestre del Museo stesso. Entrare nel Palazzone di Murlo equivale a calarsi nell'atmosfera di ventisette secoli fa ed effettuare così il percorso evolutivo del sito, a partire dalla sua nascita villanoviana fino alla sua scomparsa, certificata da un criptico rito d'abbandono. Un'avventura intima quindi che il visitatore attento può vivere senza averla immaginata prima, pregustando scoperte inedite ad ogni piè sospinto seguendo quanto i reperti racchiusi nelle teche riescono a dire tenendo d'occhio il percorso di visita consigliato.
Quanto appare oggi agli occhi del visitatore attento è rappresentato dall'unicità delle notizie di vita vissuta derivate dalla lettura dei reperti che in massima parte vi si riferiscono. Ecco allora apparire la reale importanza del Museo, dove una raccolta di testimonianze sulla vita di quel tempo favorisce un confronto, seppure ad una distanza temporale immensa, fra generazioni stabilitesi nello stesso territorio. Ma Murlo è posto in un luogo fuori mano; e allora? Fuori mano per il turismo di massa che visita il castello in dieci minuti senza degnare di uno sguardo il Museo, andandosene poi borbottando che non c'era niente da vedere. Invece per quelli che giungono alla spicciolata e, dopo una lunga visita, vanno ad acquistare un piccolo souvenir, si tratta di un evento epocale suffragato dalle impressioni più o meno gradite rilasciate sull'ormai fatiscente libro dei commenti posto all'ingresso. Basta sfogliarlo per capire. Sarà possibile trovarvi di tutto un po', ma anche impressioni a caldo rilasciate da visitatori in partenza ancora emozionati da quanto hanno visto e appreso.
Le mostre di pittura che ormai da tempo si succedono lungo il percorso museale, apprezzate o criticate a seconda del punto di vista del riguardante, hanno apportato un interesse nuovo verso il Museo di Murlo coinvolgendo l'attenzione di un pubblico che nell'intento di seguire nuove correnti pittoriche viene ad essere attratto dalla vista delle cose del passato.
A chi decise di poter allestire mostre all'interno dell'Antiquarium, non passò certo per la mente di operare un qualsiasi confronto tra opere così diverse e distanti tra loro, ma piuttosto per sottolineare che la cultura non ha confini e né età e che la voglia di conoscenza può essere stimolata anche facendo ricorso a realtà che all'apparenza non sembrano avere qualcosa da spartire tra loro.

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