MURLOCULTURA n. 1/2007

Carrellata sui mestieri in mutazione

IL MURATORE

di Luciano Scali
7a puntata
Associazione Culturale di Murlo
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Con il termine “volta” venivano indicate quelle strutture in laterizio o pietra attraverso le quali coprire aree più o meno ampie evitando l’uso di manufatti in legname come travi, correnti, tavole, etc.
La scelta di queste strutture alternative a quelle tradizionali in legname dovette avere molteplici motivazioni a partire dalla prevalenza di disponibilità di pietra nei confronti del legno per arrivare al concetto di durata senza dover sottostare all’assillo della continua manutenzione. Un’altra causa da non sottovalutare fu rappresentata dall’esigenza di raggiungere effetti estetici di particolare prestigio difficilmente ottenibili con materiali diversi dalla pietra. Dal punto di vista statico le soluzioni si presentavano sotto aspetti diversi: con orditura in legname si limitavano le sollecitazioni laterali dei carichi sui muri di sostegno, mentre con le volte tali spinte venivano esasperate costringendo a prendere particolari precauzioni per contenerle. Dal punto di vista esecutivo le volte si presentano sotto molteplici forme che dipendono principalmente dalle caratteristiche dell’area da coprire oltre che dai limiti imposti dalla natura dei materiali e dallo stile della costruzione di cui fanno parte.
Come accennato allorché abbiamo parlato degli archi, la volta “a botte” ovverosia quella derivata dal prolungamento dell’arco nel senso della profondità, appare più semplice delle altre anche se, in determinati casi e situazioni, potrà rivelarsi con gradi di complessità che ben poco hanno da invidiare a quelle che a prima vista si manifestano più complicate.
Cerchiamo allora di osservarla più da vicino a partire  dalla sua “matrice”: ovvero l’arco dal quale ha avuto origine. Per semplicità prenderemo in esame la volta a tutto sesto del cui arco conosciamo abbastanza per averne parlato. Supponiamo di dover coprire un lungo corridoio, sufficientemente ampio. La soluzione ottimale sarebbe quella di armarlo tutto e di costruirvi sopra la volta, ma tale procedimento, oltre che rivelarsi dispendioso in termini economici e di tempo, limiterebbe i movimenti della “manovalanza” risultando alla fine più d’intralcio che di utilità. Si ricorre allora  ad una centina mobile di adeguate dimensioni e robustezza, da appoggiarsi alla mensola continua ubicata sul piano d’imposta della futura volta (fig. 1).

Centina mobile - disegno di Luciano Scali
Fig.1 - Una centina mobile per la costruzioine di una volta a botte

Tra la centina e le mensole d’appoggio verrà interposta una serie di cunei con l’intento di livellarla, ma anche per facilitarne lo smontaggio allorché la porzione di volta è stata realizzata e la centina dovrà essere reimpiegata più avanti (fig.2).
Dettaglio dei cunei di smnontaggio della centina - Luciano Scali
Fig. 2 - Dettaglio della centina.

Dettaglio dei cunei di smontaggio della centina
Con questo sistema sarà possibile coprire un corridoio di qualsiasi lunghezza. Un accorgimento utile, anche in caso di limitata larghezza del corridoio, sarà quello di supportare la centina al centro con robusti puntoni (anch’essi muniti di cunei per facilitarne il disarmo) (fig. 3).

Fig. 3 - Dettaglio dei cunei
di smontaggio della centina.



Le difficoltà inizieranno a presentarsi allorché il corridoio, per particolari necessità, dovrà cambiare di quota per collegare ambienti posti a livelli differenti. Esempi del genere si possono riscontrare in molti palazzi senesi e nello stesso Palazzo Pubblico a copertura degli “scaloni” per accedere alle Sale Monumentali; oppure nella Fortezza Medicea o nella Grancia di Cuna a copertura di rampe e bramantesche. Da tenere presente che il manufatto finito dovrà sempre dare l’impressione di continuità e pertanto, occorrerà avere la massima cura dei punti ove questi muta di quota o di direzione affinché non risulti evidente una soluzione pasticciata che dimostri la difficoltà del costruttore nell’affrontare il problema.

L’incontro tra i filarotti in piano e quelli inclinati debbono avere l’aspetto di una sutura quasi che gli stessi si compenetrino anziché mostrare anomali strati di legante per tamponare abnormi fessure venutesi a creare a causa di ridotte visioni risolutive (fig. 4).
Giunzione fra volte a botteFig. 4 - Giunzione fra volte a botte.

Il ricorso all’uso d’intonachi nel passato, è servito in molti casi a coprire inconvenienti del genere (da ricordi personali alla fine degli anni ’40 a Siena, presso la scuola Tito Sarrocchi a San Domenico). Per realizzare la giunzione tra le due volte di eguali caratteristiche ma costrette ad assumere posizioni diverse per assecondare le esigenze progettuali, si ricorre ad un semplice accorgimento facendo uso di due elementi di centina con il seguente ragionamento: “Premesso che una porzione di volta prenderà un nuovo andamento seguendo il piano d’imposta inclinato di un determinato angolo, le chiavi delle due volte saranno le prime ad incontrarsi lasciandosi ai rispettivi lati due spicchi aperti da colmarsi. La giunzione totale tra le due volte avverrà lungo la bisettrice dell’angolo d’inclinazione.
Supposto che la volta debba realizzarsi a mattoni, questi verranno disposti a filarotti “a correre” ed ognuno di essi dovrà congiungersi con il corrispondente dell’altro settore di volta senza appoggiarvisi sopra ma compenetrandolo. Si tratta di una operazione che richiede abilità, senso estetico e capacità esecutive non comuni. Un’altra difficoltà si presenta allorché il corridoio curva e la volta ne deve seguire l’andamento. Se la curva sarà ampia, basteranno pochi ritocchi alla centina originaria per utilizzarla al meglio, ma se invece presenterà un raggio ridotto occorrerà improvvisare un’armatura provvisoria ricorrendo addirittura ad accorgimenti suggeriti dalle disponibilità del momento di materiali vari. Si potrà così creare un supporto ove possano essere impiegati: legname, laterizio e legante facendo loro seguire l’andamento della curva del corridoio senza ricorrere a complicate armature difficili poi da smontare a lavoro eseguito (fig.5).

Armatura della volte a botte in una curva
Fig. 5 - L'armatura di una volta a botte in corrispondenza di una curva.


(Continua)



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