Murlo Cultura n. 2 - 2004

Tracce di attività del passato o "parole chiave" per ricordare?

Il Telegrafo a servizio della "Carbonifera"
La singolare funzione di oggetti che non vogliono scomparire.

di Luciano Scali

 

 

 

 

A chi percorre il tracciato della vecchia ferrovia carbonifera, non saranno sfuggite alcune tracce che richiamano alla mente tempi e situazioni ormai lontani di cui non siamo riusciti ancora a renderci conto. Se escludiamo le opere più imponenti quali ponti e gallerie ci accorgiamo che esistono piccole cose mimetizzate nell'ambiente capaci di dire qualcosa riportandoci alle realtà più semplici della vita quotidiana di un secolo e mezzo fa. Ebbene, tra queste ve ne sono due riferibili allo stesso impianto e precisamente al telegrafo dapprima e, più recentemente al telefono. Si tratta di due mensole murate nella roccia una delle quali porta ancora un isolatore di porcellana. La linea viaggiava al lato della ferrovia servendosi anche di pali nei tratti di rinterro; partiva dalla stazione di Murlo fino a congiungersi con la rete delle Ferrovie Romane alla stazione di Monte Antico.
Esattamente il 1° gennaio 1881 la Tipografia SordoMuti di L. Lazzeri, licenziava una pubblicazione contenente il Regolamento Generale delle Miniere di Murlo redatto dall'allora Direttore Ing. L. Bidou, per conto della concessionaria Compagnia Francese delle Miniere di Pienza. Tra le sette parti in cui si suddivide il Regolamento ce n'è una che si riferisce alla gestione del Telegrafo e della quale è interessante leggerne alcuni articoli:

Art.18. La linea sociale è affidata alla sorveglianza del personale del mantenimento della Ferrovia. Entra nelle attribuzioni del sorvegliante di constatare nelle sue visite il perfetto stato della Linea Telegrafica.
Art.19. I guardiani della ferrovia ogni qual volta visitano il suo tronco (1), devono osservare anche se il filo telegrafico è buono, se gli isolatori sono intatti, se i pali sono nel loro stato normale. Verificando una rottura del filo o di isolatori, o pali abbattuti, devono procurare di riparare subito, chiamando in loro aiuto i guardiani più prossimi, ed avvisando in pari tempo il sorvegliante, il quale dovrà recarsi sul posto, assicurarsi che la riparazione sia fatta con esattezza, e riferirne poi alla Direzione, facendo conoscere possibilmente quali sieno state le cause del guasto avvenuto.
Art.20. Presso ciascuna Cantoniera, in consegna al Guardiano addettovi, sarà tenuta una piccola scorta di materiali telegrafici per far fronte alla riparazione di piccoli guasti. Avvenendo guasti di maggior rilievo, e pei quali abbisognino materiali sufficienti, il Guardiano più prossimo si recherà immediatamente a darne avviso alla Direzione, perché questa provveda all'invio del materiale necessario per la riparazione.
Art.21. Quando la corrispondenza sia irregolare ed interrotta tra due stazioni, il Capo Stazione ne renderà consapevole il Conduttore del Treno che primo partirà nella direzione della linea ove il guasto esiste.


Art.22. In caso di temporale, l'Ufficio che se ne accorgerà pel primo avanti di togliere gli apparati di circuito, ne avvertirà gli uffici coi quali corrisponde, porrà quindi comunicazioni dirette al Commutatore, se l'Ufficio è intermedio, porrà il filo della linea in comunicazione colla terra se sarà estremo.
Art.23. Sono proibite le trasmissioni abusive fatte per telegrafo. E' solo permesso la domanda delle ore da un Ufficio all'altro, e di fare gli esperimenti per constatare la buona conducibilità della linea.
Art.24. Nelle stazioni intermedie è proibito di chiudere il circuito colla terra senza assoluta necessità.
Art.25. Ogni qualvolta che un Impiegato dubiterà che in un Ufficio intermedio siasi compiuto il circuito colla terra, dovrà chiamare successivamente gli Ufficii posti sopra quel filo, e farà rapporto alla Direzione del nome di quello, al di là del quale nessuno rispose.
Lo stesso rapporto dovrà fare ciascuno Ufficio, ogni qualvolta non riceve risposte alle sue chiamate da un altro Ufficio durante l'orario prescritto; come pure quando un Ufficio riscontra isolamento verso un altro limitrofo.


Note
Art.3.
La ferrovia è divisa in quattro cantoni della lunghezza di 5 a 6 chilometri ciascuno. A ciascun cantone è assegnata una squadra composta di un Capo squadra, di un guardiano e di 3 cantonieri effettivi ed eventualmente di un numero straordinario secondo i bisogni.
Art.8. Ogni guardiano prima che scenda il primo treno dalla miniera percorre tutto il suo cantone, di modo che deve giungere il guardiano del primo cantone alla Stazione di Murlo; i guardiani del 2° e 3° cantone alla Stazione di Salceta; ed il guardiano del 4° cantone al bivio di Murlo; 15 minuti prima che il treno 1 abbia preso la mossa da Murlo… A quest'oggetto porterà seco la mazza, il paletto di ferro, la chiave per stringer le viti, ed i segnali.


Dagli articoli di cui sopra si ricava che gli operai addetti alla sorveglianza della ferrovia e della linea telegrafica effettuavano quotidianamente il proprio tratto di 5- 6 Km a piedi per accertarsi degli eventuali guasti e per ripararli. Cose semplici sulle quali difficilmente si sofferma il pensiero poiché il lavoro oscuro della gente semplice fa notizia solo nella disgrazia. Meno male che qualche piccola traccia, sfuggita al tempo ed agli uomini, sia ancora lì a ricordarci che sono esistiti davvero.


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