MURLOCULTURA n. 4/2011

INIZIATIVE PER LA RICORRENZA DEL 150° ANNIVERSARIO DELL’UNITÀ D’ITALIA

Nella ricorrenza del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, numerose sono state le iniziative presso le scuole per ricordarlo e per sottolineare come il lungo cammino del Risorgimento finalizzato all’acquisizione di una vera identità nazionale sia ancora in corso. Interessante a tale proposito il progetto bandito da una scuola media di Velletri che aveva il compito di simulare l’atmosfera e lo stato d’animo di coloro, cittadini italiani ma di fede religiosa diversa, soggetti alle inique leggi razziali di fine anni ‘30. Al primo posto si è classificata la lettera che segue, ambientata nel clima dell’epoca e immaginata da Camilla Grimaldi, la bambina già presente attraverso i suoi pensieri nelle pagine di questo quaderno.


Associazione Culturale di Murlo
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Roma, 11 novembre 1938

Cara Luisa,

voglio raccontarti una situazione che mi angoscia molto: alcuni giorni fa i professori mi avevano spostata agli ultimi banchi della classe; all’inizio, a questo non ho dato tanto peso, anche se mi accorgevo che mi trattavano in modo diverso. Ora mi hanno proprio proibito di frequentare la scuola e tutto questo perché? Perché sono ebrea. Che scusa patetica! Sono già entrate in vigore le leggi razziali contro di noi. A mio padre hanno tolto il lavoro, mia madre non può più comprare nei negozi che vuole, perché sulle vetrine c’è un cartello con su scritto: “Negozio ariano”. Ti ricordi di mia sorella? Ha un anno ora. A lei non hanno tolto niente. Forse. Ma probabilmente le hanno tolto il futuro e la libertà di costruirselo da sola. Sai, c’è qualcosa di strano nell’aria, quasi ora pesasse e fosse più cupa; quando esco non la sento più pulita e fresca come prima. E’ come se queste leggi contro noi ebrei avessero appesantito il pensiero di ogni essere, tanto da fare incupire ogni cosa che prima appariva bella. Mi domando se questi pensieri siano così velenosi da far appassire ogni fiore al mondo, perché anche la mia piantina è appassita. Buffo no? Satura di strane convinzioni! Possibile che il mondo abbia preso a girare al contrario? Le persone mi scansano, mi escludono. Guardo ripetutamente la mia immagine allo specchio per vedere se fosse cambiato qualcosa sul mio viso! Ma sono sempre la stessa. Cosa ho di diverso? Gli ultimi giorni in classe, durante la ricreazione, mangiavo da sola, al mio banco, mentre le altre ragazze parlavano assieme in un gruppetto un po’ più in là e mi fissavano; probabilmente ero l’argomento favorito delle loro conversazioni. Si giravano a guardarmi come se fossi una specie “non identificata” o come se mi fosse cresciuta la barba. Sai quell’indifferenza e superficialità con cui si guarda un lombrico strisciare? Quella! Mi chiedo se ci impediranno anche di respirare o perfino di guardare in pace il tramonto, con la consapevolezza che il giorno dopo rispunterà. Io non riesco più ad avere questa speranza, vedo solo l’arrivo della notte, così lunga ora… Mi impediranno anche di pensare? Di pregare, di credere in ciò che voglio? La libertà era una parola così bella, ma ora si sta ricoprendo di cenere e sta affondando nell’abisso. Aveva un suono così fresco. Ora la disprezzano. Mi sembra di vivere in una prigione. Mi immagino farfalla, a volare sul mondo, vederlo e ritrovare il piacere di parlare con i miei amici. Ma sono stufa di immaginare. Mi dà fastidio anche chiedermi perché. E’ così brutto non trovare una risposta… Anche adesso, mentre ti scrivo, il sole sta tramontando, ma non ci vedo più nulla di poetico. Solo una biglia di fuoco che infiamma il cielo per un istante e poi scompare, non sorrido più come prima, quando immaginavo di cosa dovevo parlare con le mie amiche il giorno dopo a scuola.
Sulla mia piantina appassita non si posano più le farfalle. E’ da un po’ che non ne vedo più una in giro, ce ne erano così tante prima. Forse sono rinchiuse anche loro da qualche parte oppure gli hanno solo strappato le ali, come a noi … Cosa sta succedendo da te, a Torino? Tu che non sei ebrea, ti prego, non scansare, ma aiuta quelle ragazze che, come me, vengono mandate via.
So cosa si prova. E’ una situazione terribile. Vorrei che la gente non fosse così stupida, vorrei fare qualcosa, ma… già… mi sono scordata che non ho più le ali…

Sarah

P.S. Scrivimi presto, spero che qualcosa cambi…

Ti abbraccio




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