Murlo Cultura n. 5

Fare da nottolo....

...ovvero come il succiacapre si tiene alla larga dai rompiscatole.

di Barbara Anselmi


     
Succiacapre Caprimulgus europaeus

Fra i tanti detti popolari toscani, uno di quelli che mi ha sempre incuriosito è "fare da nottolo", che si riferisce a quelle persone che fanno finta di niente rispetto ad un problema che le interessa da vicino.
Nessuno mi ha mai saputo dire con precisione da cosa derivasse questo detto o, meglio, chi o cosa fosse questo "nottolo".... Voglio provare quindi in questo breve articolo a dare una spiegazione di tipo naturalistico, che prende in causa un uccello poco conosciuto ma veramente particolare: il succiacapre.
Fino al secolo scorso questo uccello era conosciuto anche con il nome di nottolone o nottolo: all'Accademia dei Fisiocritici di Siena, nelle vetrine della collezione ottocentesca di uccelli, il succiacapre è infatti etichettato proprio come "nottolone". Questo nome deriva dal latino e si riferisce a "notte", per le abitudini crepuscolari e notturne. La radice del nome è comune a quella di altri animali ad abitudini simili. La nottola (Nyctalus noctula) ad esempio è uno dei più grandi pipistrelli italiani, i Nottuidi sono una famiglia di farfalle notturne, la nottiluca (Noctiluca scintillans) è un microscopico protozoo capace di emettere luce, che vive nei mari tropicali, dove produce di notte il fenomeno della fosforescenza marina.
Tornando al nostro succiacapre, nottolone o nottolo, dalle nostre parti questo uccello è conosciuto anche come "stiaccione", per l'abitudine di schiacciarsi al suolo e rimanere immobile quando si sente minacciato. Proprio in questo tipo di comportamento potrebbe trovare una spiegazione il detto "fare da nottolo", con la sola differenza che il succiacapre "fa da nottolo" per non essere visto da possibili nemici, mentre molti di noi "fanno da nottoli" per sfuggire a compiti o situazioni non gradite....
Dopo questa piccola digressione, colgo l'occasione di questo spazio su Murlo Cultura per inserire una scheda che riassume la biologia e l'ecologia del succiacapre, specie importante e protetta che ha nel Comune di Murlo una popolazione molto numerosa.

 
Classe Uccelli
Ordine Caprimulgiformi
Famiglia Caprimulgidi

Il succiacapre è uno dei due unici rappresentanti europei della famiglia dei Caprimulgidi, curiosi uccelli crepuscolari distribuiti principalmente nella fascia tropicale e subtropicale.

E' un uccello lungo poco meno di 30 cm e molto mimetico, grazie al piumaggio estremamente elaborato, con screziature nei vari toni del marrone e del grigio. Durante il giorno è difficile da avvistare perché rimane immobile e invisibile sui rami d'albero, confondendosi con la corteccia.
E' attivo dall'inizio del crepuscolo, quando può capitare di vederlo sfrecciare su prati e aree aperte con la grande bocca aperta, intento a ingozzarsi di farfalle notturne e altri insetti. Nelle notti di luna la caccia può proseguire anche oltre il crepuscolo. Le lunghe setole ("vibrisse") intorno al becco lo aiutano ad intercettare gli insetti.

Il succiacapre depone le uova direttamente sul terreno, generalmente in prati arbustati o in garighe (cioè arbusteti a cespugli bassi e radi), ma anche nei larghi greti fluviali ciottolosi, coperti da arbusti ed erbe. Se disturbato, si schiaccia al suolo e socchiude gli occhi, cercando di passare inosservato.

Il nome scientifico del genere (Caprimulgus) e anche il nome volgare di succiacapre derivano dalla credenza diffusa in passato fra i pastori che questo animale dalla grande bocca si cibasse del latte delle loro pecore, poiché era visto spesso sorvolare i pascoli alla sera, in realtà in cerca di insetti.

Il succiacapre, ancora piuttosto diffuso in Toscana, è una specie di interesse comunitario, principalmente minacciata dalla scomparsa e dal disturbo degli ambienti di nidificazione. I cinghiali inoltre, presenti nelle nostre zone con popolazioni eccessivamente numerose, possono distruggere i nidi e cibarsi delle uova. Nel comune di Murlo il succiacapre frequenta particolarmente gli arbusteti e la macchia rada a ginepro che cresce sulle serpentiniti, le rocce verdi che affiorano nella zona tra Casciano e Vallerano, ma si ritrova anche nelle zone aperte come campi e pascoli. Per vederlo bisognerà aspettare il tramonto, quando inizia a volare in cerca di insetti.

E' protetto dalla legge italiana sulla caccia ed è inserito nell'elenco della Direttiva europea 79/409/CEE.


Qualche esempio dell'eccezionale mimetismo del succiacapre