MURLOCULTURA n. 5/2006


Associazione Culturale di Murlo
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Un titolo azionario della

 Società della Miniera Carbonifera di Murlo

di Giorgio Botarelli

Note storiche
Con il Regio Decreto numero CCCCXVI del 17 settembre 1872, viene approvata la società anonima per azioni denominata Società della Miniera Carbonifera di Murlo (1), costituitasi in Torino nel luglio precedente, allo scopo di gestire l’estrazione e la successiva vendita della lignite e di qualsiasi altro minerale rinvenuti nelle terre del comprensorio di Murlo conosciute sotto il nome di Macchie della Mensa, in quanto appartenute sino a qualche anno prima alla mensa arcivescovile di Siena. Passate al demanio nel settembre 1868, per effetto della legge del 7 luglio 1866 sulla conversione dei beni dell’asse ecclesiastico, erano state messe in vendita all’asta ed acquisite, qualche mese dopo, dai fratelli Salvadore ed Oreste Ferretti in società con Antonio Taddei, tutti residenti in Vescovado di Murlo (2).
I Ferretti ed il Taddei, a conoscenza della presenza di un considerevole giacimento di lignite su quei terreni ma anche consapevoli del fatto di non poter intraprendere lo sfruttamento della risorsa che si prospettava di notevoli dimensioni, avevano ceduto per quarant’anni i diritti di scavo sulle loro proprietà, all’ingegner Alberto Romano Rivera ed al cavalier Carlo Twerembold, entrambi di Torino, stipulando un contratto apposito in Siena il primo maggio 1869 (3). Il Rivera ed il Twerembold avevano poi reperito i fondi necessari ad avviare la coltivazione delle miniere, con la costituzione di una società fondata su capitali di investitori piemontesi: il 27 luglio 1872, nasceva così a Torino la Società della Miniera Carbonifera di Murlo (4), con ventuno soci promotori, tutti residenti nella città; la sua durata viene fissata sino al primo maggio 1909, ossia fino alla scadenza della concessione dei diritti di scavo, salvo precedente scioglimento per cessata convenienza dell’impresa, cosa che in effetti avverrà dopo circa quattro anni e mezzo dalla fondazione, quando le subentrerà la Compagnie Francaise des Charbonnages de Pienza (le miniere di Murlo andranno incontro poi ad alterne vicende, sino alla loro chiusura definitiva avvenuta poco dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale).
Nell’atto di costituzione della Società della Miniera Carbonifera di Murlo il capitale sociale è fissato in un milione e cinquecentomila lire, rappresentato da millecinquecento azioni di mille lire ciascuna. Nel contempo vengono sottoscritte azioni per un milione e duecentonovantacinquemila lire: fra i ventuno sottoscrittori spiccano per l’entità della rispettiva partecipazione, complessivamente pari a quasi il 70% del totale, il banchiere di origini svizzere cavalier Ulrico Geisser, fondatore nel 1859 di una sua banca a Torino, con duecentonovantasei azioni; l’ingegner commendator Luigi Ranco, di Asti, che sarà nominato senatore del Regno nel 1882, con duecentoventi azioni; Camillo Durandi di Poggetto Thenier con duecentocinquanta e Giovanni Battista Mages di Nizza Marittima con duecentocinquanta. Ci sono poi imprenditori e notabili vari: l’industriale cavalier conte Carlo Ceriana, di Valenza, fondatore nel 1830 con i fratelli Vincenzo e Pietro della Banca Ceriana a Torino, con cinquanta azioni; il commendator avvocato Luigi Mongini con venti azioni: l’avvocato Antonio Pariani con venticique: il cavalier Giovanni Paolo Laclaire con venti; Cesare Rolle per la ditta “Pio Rolle” di Torino con dieci; Benedetto Vercellone per la ditta “Giovanni Battista Vercellone e Figli” di Torino con venticinque; il cavalier Giovanni Battista Brunet con dieci; Felice Merlo per la ditta “F.Merlo e C.” di Torino con dieci; il cavalier Giuseppe Fontana con dieci; il barone Ernesto Casana con dieci; Emanuel Levi per la ditta “Tachis Levi e Figli” di Torino con cinque; Siegerich Kreeft, di Londra, con dieci; Faustino Birocco per il marchese di Villanova Fernanda con dieci; il cavalier Luigi Pantaleone con dieci; Espedito Tonello con cinquanta; Paolo Giudei con quattro.
Dieci mesi dopo la costituzione della società e la sottoscrizione azionaria, il primo giugno 1873, vengono emessi i certificati veri e propri, stampati in Torino presso la litografia “Fratelli Doyen”.

Il titolo azionario
All’articolo 8 dello Statuto della società si legge (5): Le azioni saranno al portatore: esse saranno staccate da appositi registri a matrice con numero d’ordine progressivo da uno a millecinquecento e munite della firma di due amministratori che all’uopo saranno delegati dal Consiglio d’amministrazione. Il titolo azionario, qui illustrato (6), presenta nella prima metà verticale del foglio, al margine superiore, la ragione sociale sul taglio della matrice e, sotto, una cornice rettangolare decorata con motivi floreali e girali di foglie che si chiude in basso con un piccolo ma suggestivo scorcio di paesaggio: una minuscola figura, di spalle, contempla il passaggio di una locomotiva col suo seguito di carrozze e di una nave che solca il mare, ambedue con la ciminiera fumante, simboli di progresso e mirato riferimento ai moderni impieghi del combustibile minerario. Sempre nella fascia decorata è compreso in alto un cartiglio che riporta il numero dell’azione: 1077 (se le azioni furono distribuite nell’ordine di sottoscrizione riportato nell’atto di costituzione, se ne deduce che questa appartenne a Giovanni Battista Mages).
Entro la cornice tutti i dati:

MINIERA CARBONIFERA DI MURLO (TOSCANA) / AUTORIZZATA CON R.DECRETO 17 SETTEMBRE 1872 / CAPITALE SOCIALE 1,500,000 LIRE ITALIANE / DIVISO IN 1,500 AZIONI DA LIRE 1,000 CADUNA / AZIONE AL PORTATORE N.O 1077 / INTIERAMENTE LIBERATA / TORINO IL 1° GIUGNO 1873.

Sotto, le firme di due amministratori, come previsto dal sopradetto art. 8 dello Statuto: quella di Alberto Romano Rivera, come membro del consiglio di amministrazione e quella di Luigi Ranco nominato presidente della società.
Nella metà inferiore del foglio sono stampate le cedole, numerate da uno a trentasei, secondo gli anni previsti di durata della società, da staccare in occasione della distribuzione dei dividendi annuali. La presenza di tutte le cedole ancora attaccate rivela che nessun utile fu mai distribuito dalla Società della Miniera Carbonifera di Murlo.




















NOTE
(1) - Vedi: Raccolta ufficiale delle Leggi e dei Decreti del Regno d’Italia.
(2) - I passaggi di proprietà relativi alle terre dette Macchie della Mensa sono documentati in: Archivio di Stato di Siena, Catasto Leopoldino, Comunità di Murlo, Sezione R di Pieve a Carli, part. 78, 80, 81, 82, 83, 84, 85, 86, 112  e Sezione V di Resi, part. 1, 2, 3, 7, 8, 24, 194, 195.
(3) - L’atto di cessione dei diritti di scavo, rogato M. Porri, è in: Archivio Notarile Distrettuale di Siena.
(4) - L’atto di costituzione, rogato G. Cassinis, è in: Archivio di Stato di Torino, Archivi notarili, Atti dei notai del distretto di Torino, Versamento 1995, Cassinis Gasparo, Minutari, Mazzo num.560.
(5) - Lo Statuto della società, comprendente 39 articoli, è allegato all’atto di costituzione.
(6) - Collezione privata, Murlo.


Un'azione della Società della Miniera Carbonifera di Murlo, 1872 - Murlo, archivio privato

Un'azione della Società della Miniera Carbonifera di Murlo, 1872 - Murlo, archivio privato


Particolare
Particolare della cornice
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