Murlo Cultura 2020 - Nr. 2-3-4

Sorbaioli e Baciullai

di Nicola Ulivieri

CAMPANILISMO "CULTURALE"

Il telefono finto di Casciano e altre amenità

Nei giorni che precedevano le passate elezioni comunali di Murlo, mi ero divertito a lanciare una mia finta candidatura come Nico La Qualunque della lista civica L’Urlo di Murlo, un personaggio caricaturale ad imitazione di quello creato dal comico Antonio Albanese. Nelle goliardiche discussioni sui social che sono seguite, parlando del programma politico de L’Urlo di Murlo, avevo anche proposto di ripristinare il vecchio campanilismo tra Cascianini e Vescovini, o Sorbaioli e Baciullai, come ci chiamavamo una volta, in riferimento agli alberi e ai rispettivi frutti simbolo dei due paesi, il sorbo e la sorba [1] per Casciano, il baciullo e la baciulla [2] per Vescovado. Per recuperare le antiche tradizioni proponevo le Murliadi, delle gare inverosimili e strambe tra gli abitanti dei due centri abitati, per permettere agli uni di sfottere gli altri, come corse con cinghiali in spalla, o pulizia del bosco della frazione avversaria per mostrare chi è più “sudicio”. E’ successo poi che, parlando con mia nonna Valeria di alcune storie del passato, lei mi abbia ricordato che le mie goliardiche proposte non erano soltanto meno fantasiose di quello che sembravano, ma addirittura più banali di quello che è davvero successo in passato tra le due antiche fazioni. Mia nonna si era trasferita da Asciano ad Aiello nel ‘41 e i fatti che mi ha riportato erano già accaduti e venivano raccontati dai narratori di allora che li avevano vissuti, Tono Bagnai e Gino Lambardi, detto Pulcinino. Tra le acredini e contenziosi tra i due i due centri abitati c’erano l'aver stabilito a Vescovado la sede comunale e l’arrivo del telefono sempre nello stesso paese e non a Casciano, creando dissapori nei sorbaioli. I goliardici vescovini, per canzonare i cascianini, si organizzarono per costruire a Casciano una finta linea telefonica attaccando fili di ginestra ai pali che erano già posizionati dalla zona della Casanova verso il centro del paese. Nel cercare conferme a questa storia, poiché non abbiamo praticamente più testimoni diretti, ho chiesto a Filippo Lambardi, nipote di Pulcinino, se suo nonno gli avesse raccontato le stesse cose. Filippo, oltre a confermare il racconto che ricorda anche suo padre, ha aggiunto un altro simpatico particolare che mia nonna non ricordava, e cioè che dopo aver fatto la finta linea telefonica, i vescovini avevano attaccato ai fili un cantero (il recipiente che in passato veniva tenuto sotto al letto per farci la pipì la notte) e dissero ai cascianini “Ora potete telefonà con questo!”, e scapparono a cavallo.
Il Bagnai raccontava a mia nonna anche che, infastiditi dai vari fatti, i cascianini volevano fare a botte coi vescovini che però mantennero lo stesso spirito organizzando un'altra presa in giro. Riempirono una carretta di “botti” (“botto” o “botta” è il nome dialettale con cui sono chiamati i rospi e i loro girini), la portarono in piazza a Casciano e li rovesciarono in terra dicendo “Volevate le botte? Eccole!”. Certo, con l’attenzione agli animali e alla natura dei giorni nostri, un’azione del genere non la prenderemmo come divertente ma denunceremmo l’accaduto, ma se pensiamo che i fatti sono accaduti circa un secolo fa… possiamo anche perdonarli e farci due risate. Queste buffe vicende locali, ormai anche poco dettagliate e incerte (insieme ad un’altra che riguarda un aereo costruito dentro un capanno dai cascianini e che riempì tutti di polvere quando lo accesero), sono le uniche di cui sono venuto a conoscenza finora, e riguardano scherzi a danno dei sorbaioli o prese in giro a questi ultimi. Ma chissà quante altre ci saranno state, anche verso i vescovini e che saranno perdute. Voi ne conoscete altre? Scriveteci.

 

 

  

Note

[1] Il Sorbo (Sorbus domestica) è una albero della famiglia delle Rosacee che cresce spontaneo nei querceti mediterranei; produce piccoli frutti di forma un po' a pera, commestibili se fatti maturare bene, chiamati dalle nostre parti “sorbe”, e La Sorba è appunto il nome della società sportiva di Casciano.

[2] Baciullo, o Albatrello, è il nome strettamente locale (nel vocabolario dell’Accademia della Crusca viene riferito come originario della zona di Montalcino) che viene dato al Corbezzolo (Arbutus unedo) un albero sempreverde tipico della macchia mediterranea e della lecceta; i suoi frutti, chiamati da noi “baciulle”, sono commestibili. Per la presenza contemporanea di foglie verdi, fiori bianchi e frutti rossi, nel Risorgimento questa pianta divenne simbolo della patria.

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