L'albero dell'asilo non c'è più
Il maestoso cedro del Libano che per la sottoscritta e per molte generazioni di vescovini è stato il simbolo dei giochi all'aperto nel piazzale del vecchio asilo di Vescovado di Murlo, lo scorso agosto 2024 è stato tagliato a causa del pericolo di crollo dovuto a marciume del tronco, che ne minacciava la stabilità, come ha stabilito una specifica perizia tecnica. L'albero occupava il piazzale delimitato dal vecchio asilo e dalla attuale chiesa, all'incrocio tra via delle Rimembranze e via Europa.
Come suggerisce il nome, il cedro del Libano (nome scientifico Cedrus libani) è una specie originaria delle montagne dell'Asia minore (Libano, Siria e Turchia), da secoli utilizzata in Italia in parchi urbani e giardini per il bel portamento e la notevole altezza che può raggiungere (30-40 metri).
Da un veloce conteggio degli anelli fatto sul tronco tagliato, l'età dell'albero dovrebbe aggirarsi intorno agli 80 anni, età che concorderebbe con il fatto che il cedro era già visibile in una serie di vecchie fotografie e cartoline d'epoca degli anni '40-'50 del Novecento, reperite dalla raccolta "Come eravamo" curata da Giulia Boscagli. Probabilmente fu piantato subito dopo la costruzione del vecchio asilo.
Proponiamo di seguito un viaggio nel tempo con una panoramica di immagini fotografiche vecchie e nuove, grazie alle quali possiamo ricostruire la vita dell'albero ma anche i cambiamenti avvenuti nel paese.
Uno scorcio di inizio Novecento in una cartolina che mostra l'attuale via delle Rimembranze a Vescovado di Murlo, con sullo sfondo il luogo dove sorgerà la chiesa, non ancora presente, così come l'albero. Sulla sinistra è visibile il grande Palazzo Neri, ancora presente, e a destra la Locanda della Scala, trasformata in abitazione alcuni decenni fa con l'eliminazione della scalinata.
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In questa foto degli anni '20, gentilmente concessa dalla famiglia Muzzi alla raccolta Come eravamo, si vede la vecchia chiesa di San Fortunato, oggi sostituita dalla attuale chiesa in cemento. La datazione della foto, indicativa, è stata stimata dalla assenza dei tralicci dell'elettricità che invece compare nelle foto successive; l'elettricità fu infatti portata a Vescovado il 23 giugno 1929 (si veda l'articolo di Gabriele Maccianti su Murlo Cultura 6/2012). La chiesa, la cui costruzione era iniziata prima della grande guerra, fu completata nel 1927; all'epoca invece l'asilo non era ancora stato costruito, né era stato piantato il cedro. Sulla sinistra si nota l'aggiunta che fu fatta in quegli anni a Palazzo Neri, per ricavarvi un locale che fino a pochi anni fa ha ospitato il panificio del paese. |
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La chiesa di San Fortunato con visibili i tralicci della linea elettrica, inaugurata nel 1929. La chiesa fu dedicata ai caduti della grande guerra, così come il viale delle Rimembranze che partendo dalla chiesa stessa si allungava, bordato di cipressi, fino a tutta la via. Ancora non è stato costruito il vecchio asilo né c'è traccia del cedro. Probabilmente la foto risale agli anni '30 del Novecento. |
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La chiesa di San Fortunato in una immagine degli anni '40-'50. Sono visibili sia l'edificio del vecchio asilo che il cedro del Libano ancora di modeste dimensioni. Sulla destra si vede una grande palma del giardino di Villa Angelini mentre a destra dell'edificio del vecchio asilo mancano ancora tutte le nuove lottizzazioni iniziate alla fine degli anni '50. La foto quindi dovrebbe collocarsi tra gli anni Quaranta e Cinquanta del Novecento. |
La chiesa pochi anni dopo la foto precedente; il piazzale è stato dotato di cancello e di ringhiera lungo il muro. La presenza del bar della famiglia Chiarucci (si vede l'insegna pubblicitaria sull'angolo dell'edificio dell'asilo) fa risalire la foto alla fine degli anni '60 del Novecento, poco prima della demolizione della chiesa, fortemente danneggiata dall'alluvione del 1966 che interessò Firenze e altre parti della Toscana. |
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In una immagine recente (Google Street, maggio 2022), la attuale chiesa di San Fortunato, consacrata nel 1972, che ha sostituito la vecchia chiesa. Una parte del muro in mattoni che delimitava il piazzale con il cedro è stato sostituito da un muro in cemento e l'ingresso è stato spostato rispetto a quello originario. Il cantiere di costruzione della nuova chiesa riuscì evidentemente a salvaguardare l'albero durante i lavori cosicché il cedro nel 2022 aveva raggiunto un'altezza ormai ragguardevole. Nella foto è visibile la classica forma a candelabro tipica di questa specie, messa in evidenza anche dalle drastiche potature che furono effettuate dopo il danneggiamento di alcuni rami a causa della neve. |