MurloCultura 2014 - Nr. 5

GRANCIA DI SAN GIUSTO A.D. 1767

di Giorgio Botarelli

STORIA DI MURLO

 

Nel 1767, quando, su disposizione granducale, viene redatto il presente Stato d’anime (vedi pagina a fianco) (1), la grancia di San Giusto è ancora proprietà dell’ospedale Santa Maria della Scala di Siena e ne fanno parte i poderi Rigo Secco, Pian di Rocca, Poggio Cenni, Poggio Copoli, Mattioni, Campo Lungo, Gonfienti, Frascati e Beccarello, oltre al luogo detto Le Logge e ad alcune chiuse; nemmeno vent’anni più tardi, nel 1785, San Giusto finirà alienata all’asta, come tutte le altre grancie, a causa delle disastrose condizioni economiche in cui era venuto a trovarsi lo storico ente assistenziale.

San Giusto - Chiesa di San Salvatore e canonica

  San Giusto - Stemma dell'ospedale 

Fig. 1. San Giusto oggi: a sinistra la chiesa di San Salvatore con la canonica; a destra lo stemma dell'ospedale di Santa Maria della Scala.

 

Lo Stato d’anime è compilato probabilmente dal parroco Francesco Rosi (2), che risiede con la sorella nella canonica annessa alla chiesa di San Salvatore, ubicata nei pressi del fabbricato della grancia. La comunità registra in totale ottantasette abitanti, e anche se non è specificato il luogo di residenza, si può immaginare che le famiglie siano distribuite nei poderi sopra menzionati, a parte quelle del parroco e del granciere oltre a quella del mugnaio, che doveva abitare nel mulino detto di Rocca Gonfienti, di cui oggi non restano che suggestivi ruderi sopraffatti dalla vegetazione. Da notare la presenza nella grancia di un canovaro, cioè, genericamente, un addetto alla gestione di un magazzino di vettovaglie, oppure anche il canoviere del sale, figura che esisteva in quella grancia e che si occupava della distribuzione/vendita del sale nel distretto. E’ facile che abitasse nella grancia anche il luogaiolo, ovvero un contadino a cui veniva affidata la cura di un appezzamento di terreno, al di fuori del classico appoderamento a mezzadria. Su sedici nuclei familiari, otto sembrano famiglie coloniche che conducono i poderi della grancia mentre nelle altre ci sono contadini o pigionali che vanno a opera sopra i terreni, facilmente dei medesimi poderi o in altri campi sempre proprietà dell’ospedale. Nella famiglia Soldati c’è anche un vetturale padrone di bestie, posizione di rilievo rispetto a quella dei lavoratori della terra, in quanto si occupa di trasportare persone o cose con animali propri da soma o da tiro. Le donne si dividono fra chi attende alla casa e chi attende al podere, e spesso anche filano il lino e/o la canapa; Mariorsola Faleri fa la tessitrice mentre Pollonia Meiattini, di cinquantacinque anni, in particolare tesse pannilini.

 

San Giusto - Stato d'Anime

 

 

NOTE

(1) Vedi: Archivio Arcivescovile di Siena, Stati d'anime diocesani 1767 , n. 2835.

(2) Non si sa quando dura la permanenza del parroco Francesco Rosi a San Giusto; originario di Iesa, dal 19 novembre 1770 sarà parroco a Montepescini, sino al 28 novembre 1793, data della sua morte.

 

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