MurloCultura 2014 - Nr. 5

I diaspri di Collo Lungo

di Luciano Scali

NOTE DAL TERRITORIO

Tanto per restare sull’argomento dei segni dell’uomo di questa puntata, mi sembrerebbe opportuno fare un breve accenno al cambiamento sostanziale che avvenne nella viabilità del territorio a seguito dello sbarramento del fosso dell’Acqua Buona. Prima della scoperta della lignite e della successiva idea di sfruttarne il valore economico, esisteva una via traversa nel bosco che, staccandosi dalla strada di cresta del Leccio Scritto, scendeva sul crinale del colle detto Colle Lungo, ed anche Collo Lungo, per attraversare il fosso Crevolicchio, risalire alla Pieve a Carli congiungendosi infine alla via della Sughera nei pressi di Vignali. Oggi questo stradello è pressoché scomparso nella sua parte superiore al pari di molti altri sentieri storici a seguito della discutibile e deprecata politica tuttora praticata nel taglio dei boschi, ma non fino al punto da impedirne la corretta lettura. Prima dell’avvenuto sbarramento del fosso causato dall’accumulo degli sterri, accennato nell’articolo che precede questa nota, il sentiero proseguiva sulla parte terminale del poggio, laddove oggi scorre il troppo pieno del lago per poi dirigersi verso Pieve a Carli. Alla ripresa dell’attività in miniera durante il periodo bellico, e per consentire agli operai provenienti da Casciano di recarsi al lavoro, fu necessario realizzare l’attuale via di accesso al lago partendo dalla strada dei cantieri che costeggia il fosso Crevolicchio. Strano a dirsi ma questa necessità di aprirsi il passaggio tra i diaspri che in quel punto si presentano in strati pressoché verticali, ne consentì, tra l’altro, l’osservazione più ravvicinata. E’ possibile così oggi rilevare dettagli inediti sulle varie fasi di deposito scandite da netti distacchi tra gli strati a suo tempo sovrapposti ma oggi affiancati a seguito dei fenomeni che portarono alla formazione di “Collo Lungo” (Fig. 1).

Fig. 1. I diaspri di Collo Lungo sulla strada per il lago dell’Acquabuona.


Il conclusione: l’intervento dell’uomo che per ragioni di convenienza interviene sulla natura, dapprima creando un sentiero d’indubbia utilità, in seguito dando luogo ad un invaso per collocare altrove la terra di copertura di un giacimento lignitifero e infine modificando la parte dell’antico sentiero scoprendo così la meravigliosa formazione di rocce giurassiche appena accennata. Ancora segni dell’uomo? Proprio così, avvenuti per necessità contingenti del momento ma anche apportatori di effetti collaterali imprevisti capaci di farci apprezzare di più il luogo nel quale abbiamo la fortuna di abitare.

 

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