MurloCultura 2017 - Nr. 4

Se avessi accettato.... adesso non scriverei questo editoriale

di Annalisa Coppolaro

LETTERE DEL DIRETTORE

Ci sono scelte a volte difficili ma bisogna tener conto che solo il poter essere chiamati a scegliere è un privilegio assoluto. Ad esempio dover decidere tra un ruolo di primo piano nella promozione del territorio in veste di addetto stampa a fianco del Comune e del Sindaco e la possibilità di continuare a scrivere per la stampa nazionale e locale. E di dirigere Murlo Cultura.
Voi cosa avreste scelto? Non è stato facile. Purtroppo esiste una legge dell'Ordine del Giornalisti che pone molti professionisti davanti a questo tipo di decisione.
Una graduatoria per l'attribuzione dell'incarico, che include anche una proposta economica che ogni giornalista presentava insieme al modulo e ai titoli di studio, esperienze e curriculum. Qualche giorno dopo è arrivata la telefonata e la comunicazione via raccomandata del Comune per far presente che dopo la rinuncia del primo in graduatoria io sono chiamata a decidere se accettare o meno. Capisco anche il motivo della rinuncia del mio collega. Infatti, sulla base della famosa legge 150/2000 dell'Ordine (articolo 9), "I coordinatori e i componenti dell'ufficio stampa non possono esercitare, per tutta la durata dei relativi incarichi, attività professionali nei settori radiotelevisivo, del giornalismo, della stampa e delle relazioni pubbliche". Abbandonare quindi per due anni il giornalismo, le collaborazioni con radio e giornali italiani e stranieri non è una bella cosa, e per me voleva anche dire ad esempio non inviare corrispondenze al "Guardian", non fare interviste su Radio Siena, non scrivere per la stampa locale, per i giornali online, per il mio blog. E abbandonare la direzione di Murlo Cultura. Ovviamente l'idea di scrivere comunicati stampa e promuovere eventi sul territorio del mio Comune era affascinante per me, dato che via stampa lo faccio comunque adesso e da quando ho iniziato a scrivere qualche annetto fa, fresca d'iscrizione all'Albo. Ma quando ho posto sul piatto della bilancia ogni cosa, incluso anche il fatto che avrei dovuto cancellare dei corsi d'inglese e che il mercoledì era il giorno in cui avrei dovuto lavorare in Comune da mattina a sera, fino alle 20 circa, richiedendo la mia rinuncia alla cattedra di Italiano per stranieri al Siena Jazz University dove ormai insegno con grande gioia da quattro anni, ho capito che non potevo. Non potevo - a causa di una legge discutibile dell'Ordine - lasciare le mie passioni, il giornalismo anche se solo per un tempo limitato, parte degli incarichi di insegnamento, e la direzione di questo periodico, Murlo Cultura, a cui tengo molto.
Era dicembre, il mio libro sugli scavi di Poggio Civitate stava uscendo in quei giorni e mi sono resa conto che sarebbe stato bello presentarlo in veste di addetto alla comunicazione istituzionale del Comune di Murlo. Ma non altrettanto bello presentarlo dopo aver abbandonato testate come il Corriere di Siena, dove adoro scrivere di Murlo, Monteroni, Buonconvento, Siena, della storia di questi territori antichi che amo per più di un motivo.
E così eccomi qua, ancora direttore di questa testata che parla di cultura e storia, ma anche dei rapporti tra la storia antica e il presente. Contenta di poter usare la mia voce come sempre, e la mia penna, per Murlo Cultura a fianco di un numero di professionisti appassionati di Murlo che come me amano le nostre radici, cercano di proteggerle contro le aggressioni e le raccontano con orgoglio e indomita passione.

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