MURLOCULTURA n. 1/2006
La breve storia del percorso didattico dal villaggio minerario alla Befa

La fauna del sentiero della
Vecchia Ferrovia della Miniera

di Barbara Anselmi
Associazione Culturale di Murlo
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Lungo il sentiero delle Miniere di Murlo, due elementi principali dominano il paesaggio: il torrente Crevole, con il suo sinuoso percorso tra pietre, salici e grossi pioppi, e il bosco di leccio e querce caducifoglie (cerro e roverella principalmente), che ricopre i versanti della vallata un tempo attraversata dalla ferrovia. La fauna che caratterizza il percorso è quindi quella tipica degli ambienti fluviali e forestali, con molte specie interessanti e rare.
Anche se non esistono studi faunistici specifici e approfonditi sulla valle del Crevole, siamo in grado comunque di fare un prima panoramica sulle specie animali che è possibile incontrare lungo il sentiero, grazie a osservazioni dirette e alle informazioni bibliografiche oggi disponibili.
Al bosco sono legate la maggior parte dei mammiferi presenti sul territorio; gli Ungulati sono quelli numericamente più rappresentati, principalmente con il capriolo (Capreulus capreulus) ed il cinghiale (Sus scrofa) a cui si aggiunge talvolta il daino (Dama dama) specie introdotta a scopo venatorio dall’Asia Minore, probabilmente già in epoca romana. E’ possibile incontrare con più probabilità questi animali all’imbrunire, camminando in silenzio e guardando nelle radure e nei coltivi che interrompono (specialmente verso La Befa) la copertura degli alberi, dove queste specie si alimentano di frequente. Qui si trovano, oltre alle disordinate “grufolate” dei cinghiali, le piccole e accurate buchette scavate dall’istrice (Hystrix cristata) per cercare tuberi e radici. Il tasso (Meles meles), altro mammifero diffuso nel territorio comunale ma meno frequente da osservare in spazi aperti, lascia come segno caratteristico, oltre alle tane ai piedi degli alberi, le cosiddette “latrine”, piccole buche dove depone i propri escrementi fino a colmarle.   Gli arbusteti e gli ambienti di confine tra il bosco e i campi sono molto amati dai piccoli roditori come le arvicole (Microtus spp.) e i topi campagnoli (Apodemus spp.), mentre il moscardino (Muscardinus avellanarius), il quercino (Elyomis quercinus), il ghiro (Myoxus glis) e lo scoiattolo (Sciurus vulgaris) sono più strettamente forestali e ugualmente molto difficili da vedere per le abitudini spesso notturne, oltre che per le ridotte dimensioni.
Tra i rettili, oltre alla ingiustamente perseguitata vipera (Vipera aspis), troviamo il biacco (Coluber viridiflavus) e il più raro saettone (Elaphe longissima), un serpente più legato al bosco delle altre due specie, dato che ama arrampicarsi sugli arbusti in cerca di nidi di piccoli uccelli. Il bosco attraversato dal sentiero è infine un rifugio per diverse specie di uccelli; oltre a quelle più comuni, come fringuelli, capinere, ghiandaie, picchi, merli e molte altre, vi nidificano rapaci come la poiana (Buteo buteo), il gheppio (Falco tinnunculus) e lo sparviere (Accipiter nisus), che saranno più facili da avvistare negli spazi aperti, dove cacciano le loro prede. Di notte, negli stessi spazi si possono sentire o veder cacciare i rapaci notturni come il barbagianni (Tyto alba), l’allocco (Strix aluco), la civetta (Athene noctua) e l’assiolo (Otus scops).


Per tutti questi rapaci è importante la presenza di grandi alberi nel bosco, adatti a ospitare i nidi tra i rami più grandi e, nel caso dei rapaci notturni, nelle cavità del tronco, queste ultime utili anche ai roditori forestali come il ghiro, il quercino e il moscardino, che ne hanno bisogno per il letargo.
Molte altre specie interessanti sono legate al Crevole e alla sua vegetazione riparia. Il torrente Crevole, che nasce dai poggi del Rospatoio (Poggio alle Verdi per l’esattezza) accompagna il sentiero della Ferrovia con i suoi ultimi 5 km dei 16 del suo corso, prima di gettarsi nell’Ombrone nei pressi de La Befa. Sulle rive del Crevole è piuttosto facile trovare il granchio di fiume (Potamon fluviatile), un crostaceo che può raggiungere dimensioni notevoli e di cui spesso si ritrovano le chele o i resti del guscio lasciati dalla puzzola (Mustela putorius), un mammifero mustelide oggi raro ma ancora presente nei nostri boschi, che spesso caccia di notte lungo le rive dei torrenti. Nelle acque del Crevole e dei suoi affluenti, nei punti in cui la corrente è meno forte, in questi primi giorni di primavera stanno arrivando diverse specie di Anfibi per deporre le uova: oltre ai lunghissimi cordoni di uova dei rospi (Bufo bufo), è facile trovare le uova di rana verde (Rana esculenta), deposte invece a grappoli. Vivono nelle nostre zone anche Anfibi meno comuni: poco distante da questo tratto del Crevole infatti sono state trovate in tempi recenti la salamandrina dagli occhiali (Salamandrina terdigitata), piccolo anfibio esclusivo della penisola italiana, e la raganella (Hyla intermedia), un anfibio che passa la giornata arrampicato all’ombra della vegetazione di ripa, spostandosi in acqua solo per la riproduzione. Fra i rettili ad abitudini acquatiche, il Crevole ospita la biscia dal collare (Natrix natrix) e, probabilmente, la più rara biscia tassellata (Natrix tessellata).
Per quanto riguarda i Pesci, nonostante il Crevole abbia acque ancora piuttosto pulite, la situazione non è confortante. Infatti, di tutte le specie di Pesci che vivevano originariamente in questo e in altri corsi d’acqua della Toscana è rimasto ben poco, a causa delle ripetute introduzioni di pesci estranei alla nostra fauna (soprattutto trote, lasche, cavedani e barbi di varia origine, oltre a pesci gatto nei laghi) che spesso, per competizione alimentare o per predazione, hanno causato la diminuzione o la scomparsa delle specie residenti. Fra queste c’erano il ghiozzo dell’Arno (Padogobius nigricans), il cavedano etrusco (Leuciscus lucumonis) e il vairone (Leuciscus souffia), specie esclusive dei corsi d’acqua tosco-laziali, oggi molto ridotte o scomparse. Le introduzioni di pesci estranei e specialmente di quelli predatori come le trote, fanno un danno ulteriore alla nostra fauna, poiché questi pesci divorano larve, uova e adulti degli anfibi e degli insetti a parziale vita acquatica come le libellule.
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