MURLOCULTURA n. 1/2010

Il mistero dell’aspetto primitivo della nostra Cattedrale

Com'era la facciata della chiesa
di San Fortunato a Murlo?

Un rompicapo che dura da secoli e che resterà irrisolto

di Luciano Scali
Associazione Culturale di Murlo
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La chiesa di San Fortunato a MurloChi mai era questo santo? Risulta che si sia trattato di un martire ma a scorrere il martirologio di Wikipedia si scopre che di martiri “fortunati” ce ne fu una lunga lista.  Quello capitato a Murlo può chiamarsi fortunato davvero perché a girare tutto il mondo di posti come questo non è che se trovino molti.  Forse questo santo non sarà stato proprio di qui altrimenti si sarebbe risaputo ma può darsi ci sia finito perché a Murlo ci sta tutta brava gente anche se con la vocazione di diventare santi non ne conosco proprio.  Comunque che la chiesa sia dedicata a San Fortunato mi pare sia scritto anche nella campana, in quella più grossa che si trova sul fornice sinistro della veletta posta sul retro della chiesa e che riuscii a fotografare non troppo bene nel 2004 durante i lavori di rifacimento del tetto. Murlo è davvero un luogo speciale dove il tempo scorre lento e dove ci si può vivere bene allorquando si è in pace con il prossimo e con se stessi.  I murlesi vengono chiamati “baciullai” a causa dei corbezzoli che arricchiscono i boschi del circondario ma vi aggiungerei anche l’aggettivo “fortunati” per il privilegio di abitare nel castello e nei dintorni.  La nostra chiesa, mi si permetta di chiamarla così, non è una chiesa comune, risale al XII secolo e per il solo fatto che vi officiasse il vescovo vanta addirittura l’appellativo di “cattedrale” suscitando nei turisti, in cerca di chissà cosa, sorriseti tra il sardonico ed il compatimento.
Forse non troverebbero molto da ridire se paragonassero la nostra cattedrale alle minuscole pievi del Casalino o di Resi ove per ospitarvi temporaneamente il morto per le esequie, dovevano lasciare aperta la porta perché la bara non vi entrava per intero! A Murlo, grazie al vescovo, di spazio in chiesa ce n’era sempre stato a sufficienza anche quando la sua popolazione residente sfiorava le cento anime. Oggi poi con il benessere diffuso, la gente non sente più questo bisogno impellente di raccomandarsi al Signore come quando la miseria imperava; oggi la gente cerca altrove, magari nei soldi il conforto alle proprie ambasce, al vero linguaggio universale inteso benissimo da tutti, vecchi o giovani che siano. Ma, contrariamente alle apparenze il mio discorso voleva essere serio per domandarsi come fosse stato il primitivo aspetto della chiesa quando ancora non era stata ancora sottoposta alle modifiche di cui se ne intravedono le tracce in facciata.  I materiali impiegati a suo tempo “
fanno la spia” e l’impressione che se ne riporta farebbe pensare ad una volumetria più contenuta ampliatasi in seguito a causa di eventi straordinari come “la guerra di Siena” e l’avvenuta pacificazione in Toscana con la nascita del Granducato.  A quel periodo (1586/89) risale la riqualificazione e l’ampliamento della chiesa con la costruzione del transetto e della parte absidale. Furono anche inseriti gli altari laterali a stucco e successivamente le tele di Astolfo Petrazzi e Dionisio Montorselli. La facciata rappresenta comunque un autentico rompicapo poiché fa supporre il totale rialzamento del tetto al livello del culmine del timpano senza dare apparenti informazioni se la chiesa primitiva avesse o meno la veletta campanile in facciata come, ad esempio quella di San Bartolomeo a Pentolina oppure quelle rappresentate dal Romagnoli come Sant’Ansano a Dofana, o San Tommaso Apostolo a Val di Pugna.
Chiesa di San Bartolomeo a Pentolina
Dalle tracce ancora visibili, il tetto appariva ad un livello più basso correndo dietro al timpano di cui oggi è difficile immaginare l’aspetto. Il rosone posto al centro dell’attuale facciata fu voluto in epoca recente da Don Mauro Taccetti che me ne parlò un giorno  incontrando  la mia disapprovazione. Oggi m’interrogo sul perché lo feci senza riuscire a darmi risposta poiché sarebbe stato molto meglio chiedere notizie dell’aspetto precedente della facciata e sui perché gli fosse balenata l’idea di aprivi un rosone. Forse oggi saremmo più informati ed io avrei un rimorso in meno per averlo amareggiato con un troppo affrettato giudizio. Ma tornando al timpano, le due spallette asimmetriche rispetto all’asse della facciata considerato al centro dell’ingresso, difficilmente, con il loro stacco, farebbero immaginare il limite di posa delle falde del tetto; poiché se queste avessero avuta una pendenza di trenta gradi come di norma, il tetto sarebbe risultato troppo basso rispetto alla chiave dell’arco della porta e tutta l’impostazione della chiesa sarebbe risultata fuori proporzione. Osservando bene il tutto e facendo un confronto con la facciata della chiesa di Pentolina si potrebbe supporre che le falde del tetto fossero impostate non alla base del timpano, ma un po’ più in alto  salvando così le proporzioni della chiesa. Interessante è notare come antiche pievi disegnate dal Romagnoli si avvicinassero a quello che poteva essere l’aspetto della chiesa di san Fortunato.  Non è certo facile ricavarne qualche certezza, resta solo da immaginare che possa essere  esistito  un certo nesso con l’aspetto di alcune delle pievi suburbane coeve. Semmai c’è ancora da domandarsi dove finissero le corde delle campane quando la veletta campanaria stava sopra la porta d’ingresso, ma la risposta è abbastanza facile perché, in quel caso esisteva sempre una specie di soppalco sul quale saliva l’incaricato per suonarle. Nessun ostacolo intralciava il percorso dei fedeli che entravano in chiesa e il campanaro poteva anche suonare poi l’organo se la chiesa era abbastanza importante da possederlo, come la nostra “
cattedrale” ad esempio!


       Chiesa di San Tommaso Apostolo in Val di Pugna (da un disegno del Romagnoli)
Chiesa di Sant'Ansano a Dofana (da un disegno del Romagnoli) 

             


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