MURLOCULTURA n. 2/2011 - SPECIALE FESTA IN COLLINA


Riflessioni sopra un evento ricorrente

di Luciano Scali


Associazione Culturale di Murlo
Torna all'indice


Nel nostro Comune esistono luoghi straordinari resi tali dal felice connubio tra persone, fatti e ricordi. Luoghi particolari? Pittoreschi? Nemmeno per sogno; piuttosto comuni anzi, ma che cambiano pelle ogni qualvolta si verificano i presupposti per indirizzare l’attenzione di qualche fortunato verso eventi appartenuti ad un passato ormai remoto. Infatti l’atmosfera che li avvolge, agisce come l’onda di uno tsunami in miniatura sulle memorie sopite delle persone presenti facendo riaffiorare episodi ed emozioni relegati nel dimenticatoio. Uno di questi luoghi insospettabili si trova proprio a Casciano sotto gli occhi di tutti e tutti lo conoscono anche se ben pochi hanno la percezione della sua straordinaria qualità.
E’ ubicato nella piazzetta del paese, quella col giardino e il pozzo, proprio di fronte al bar del Circolo. Da tempo immemorabile la stanzetta sotto l’insegna di BARBIERE, apre i battenti ogni mattina con un procedimento sempre uguale che non sgarra di un solo millimetro da un giorno all’altro. I gesti e i tempi si ripetono con lo stesso ritmo come se chi li compie lo facesse seguendo un preciso rituale. Marcello è il sacerdote di questa cerimonia quotidiana alla quale da luogo, senza sbagliare un passaggio né la successione dei singoli movimenti come seguendo un copione scritto sul suo DNA. Seguire la cronologia di questo rituale ormai consolidatosi nel tempo, è un privilegio riservato a coloro che arrivati prima dell’apertura, possono osservarlo con attenzione fin dall’inizio riempiendosi ogni volta di meraviglia. L’atmosfera che via, via si ricrea all’interno, si arricchisce con l’ingresso alla spicciolata dei clienti e non, che senza distinzione alcuna, e inconsapevolmente, diverranno essi stessi protagonisti di un evento che si esaurirà nel giro di un taglio di capelli. Si tratta degli abituali frequentatori di un minuscolo salotto che ricorda quelli dei tempi andati, tanto cari ai rivoluzionari e ai patrioti, ove solevano riunirsi per cospirare o più semplicemente per stare insieme. Nel ritrovarsi tra persone ormai mature, non esiste alcuna velleità eversiva né l’illusione di poter cambiare il mondo suggerendo rimedi più o meno fantastici, ma piuttosto il desiderio di evadere da una quotidianità asfissiante che poco spazio concede ai sentimenti veri. C’è la voglia di parlare tra superstiti di eventi lontani con il linguaggio diretto di chi non aveva bisogno di parole sofisticate per farsi intendere ma usando la viva voce e guardandosi negli occhi. Bastava ascoltarsi dentro senza farsi confondere dagli argomenti dei giornali di parte o dalle TV piuttosto interessati a spacciare “lucciole per lanterne”. Il negozio di Marcello, dall’arredo spartano e essenziale ma ricco di foto, di disegni illustranti scene di vita e pensieri venuti da paesi lontani, rappresenta un luogo di cultura ove è possibile confrontarsi e discutere su avvenimenti di quando la sopravvivenza si conquistava ogni giorno aiutati solo della volontà e dalla speranza di poter migliorare il proprio stato. E’ forse dalla presa coscienza di quanto espresso, che la bottega di Marcello appare ai miei occhi come uno straordinario punto di aggregazione che nulla ha da spartire con pretenziosi negozi alla moda frequentati da personaggi snob, intenti a dissertare su argomenti che trattano di massimi sistemi ma che non portano da nessuna parte. Qui non si discute usando il linguaggio forbito di colui che intenderebbe apparire diverso da quello che è, ma solo con l’intento di dare risposte a interrogativi che la realtà di oggi pone a coloro costretti a guardarla con occhi di tanti anni fa. Ogni quattro o cinque settimane il rito del taglio dei capelli si ripropone e, come ormai di consuetudine, si rinnovano gli incontri con scambi di notizie, impressioni e commenti. Tutto avviene così, semplicemente presso il salotto di Marcello a Casciano con la certezza, tornandosene via, di ritrovarsi non soltanto più belli e profumati, ma soprattutto più ricchi internamente di quando vi eravamo arrivati.




Torna su