MURLOCULTURA n. 3/2008

Carrellata sui mestieri in mutazione

IL MURATORE

di Luciano Scali

Dodicesima puntata
Associazione Culturale di Murlo
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Pilastro composito - disegno di Luciano ScaliAbbiamo già visto come sia possibile tracciare la sezione di un “pilastro con nervature” nella sua più semplice versione quando se ne conoscano le dimensioni desunte dalle sollecitazioni che debba sopportare, cerchiamo adesso di prendere in esame un pilastro un po’ più complesso, uno di quelli che è possibile ammirare nelle cattedrali del medioevo. Immaginiamo un pilastro sul quale appoggino quattro semiarchi di cui uno, impostato a quota diversa sui quali gravino porzioni di volte e che debba poi essere rivestito di pietra opportunamente lavorata e di diversa natura. Immaginiamo anche che sulle quattro facciate del pilastro siano previste altrettante semicolonne e tra  esse più ranghi di nervature: es. tre (Fig. 1).

Per determinare un pilastro del genere si può operare come segue:

1) Tracciare gli assi di simmetria y-y e x-x ortogonali tra loro;

2) Tracciare due assi ortogonali tra loro passanti per in centro O, inclinati di 45° rispetto ai precedenti;

3) Tracciare due quadrati Q1 e Q2 di uguale lato L sui predetti assi di simmetria. Questi, incontrandosi in otto punti, rappresenteranno i vertici(1 …8) di un ottagono regolare di lato L1;

4) I lati dell’ottagono: 1-2, 3-4, 5-6 e 7-8 nell’incontrare gli assi di simmetria y-y e x-x nei punti o1, o2, o3, o4 daranno logo ad altrettanti centri di semiarco che rappresenteranno le mezze colonne centrali sulle quattro fasce del pilastro;

5) Dividere i lati L del quadrato Q1 in dieci parti uguali; in ognuno dei lati le quattro parti centrali costituiranno il diametro della semicolonna mentre le restanti parti verranno equamente ripartite alle estremità;

6) A partire dalle suddivisioni laterali di due lati contigui, tracciare le normali agli assi di simmetria y-y e x-x ; dal loro incontro prenderanno corpo le nervature (Fig. 2- §5-6).

Fig. 1

Pilastro composito: procedimento costruttivo - disegno di Luciano Scali

Fig. 2

Il procedimento sopra indicato mette in evidenza i mutui rapporti fra le parti che costituiscono il pilastro. Occorre anche sottolineare che quanto descritto si riferisce ad un singolo caso osservato e non costituisce l’unica regola per stabilire le caratteristiche di tutti i pilastri con nervature. La suddivisione del lato L in dieci parti è del tutto arbitraria poiché queste possono variare di quantità qualora si voglia mettere in risalto un dettaglio piuttosto che un altro a giudizio esclusivo del progettista. Risulta inoltre evidente che quanto esposto rappresenta “la veste del pilastro” poiché il nucleo essenziale è costituito dall’interno in muratura dimensionato in relazione alle sollecitazioni a cui sarebbe stato sottoposto. In altre parole: si procedeva alla costruzione del pilastro in muratura e poi si provvedeva a rivestirlo secondo le direttive dell’architetto che adattava la decorazione alle dimensioni della struttura portante secondo le regole stilistiche volute. In questa breve esposizione mi sono riferito ai pilastri della navata centrale del Duomo di Siena costituiti dal sovrapporsi alternato di fasce nere di serpentinite con altrettante bianche di marmo della medesima altezza. Si può quindi immaginare come l’idea di realizzare un’opera di siffatte caratteristiche e tenendo conto dei rapporti sopra elencati, abbiano suggerito ai mastri d’opera dell’epoca di adoperarsi per ottenere dai fornitori elementi modulari delle medesime qualità specifiche (Fig. 1). Se proseguiamo con lo schema indicato nella figura 2, si possono ricavare i dati degli elementi che costituiscono sia le semicolonne che le nervature determinandone graficamente anche le dimensioni.

7) Basta riportare all’interno dell’ottagono ottenuto al punto 3, altrettante linee parallele ai lati distanti da questi 1/10 L per ottenere un ottagono più piccolo dai vertici: 1’, 2’, 3’… 8’ e tracciare quindi dai punti a e b le normali al lato 2’- 3’ e congiungere il punto 2 alla 2’ e il 3 alla 3’ per avere delimitati i tozzetti delle nervature e nel contempo anche la semicolonna il cui arco avrà per raggio un valore pari a 1/5 L (Figg. 3- 4).

 Pilastro composito: le nervature - disegno di Luciano ScaliFig. 3

 

Pilastro composito: le nervature - disegno di Luciano ScaliFig. 4

Con il punto 7 si esaurisce la ricerca degli elementi  che costituiscono il rivestimento del pilastro, evidenziandone nel contempo le dimensioni.

Risulteranno così tre soli elementi di base per ottenere il rivestimento dei pilastri ovvero: semicolonne tutte eguali anche se non necessariamente di un solo pezzo; due soli tipi di tozzetti per nervature: centrali e laterali ove questi ultimi da potersi rovesciare e quindi da impiegarsi indifferentemente da ambo i lati.

Questo consentiva al mastro d’opera di assicurarsi la fornitura di base per rivestire i pilastri fornendo ai cantieri tre sagome soltanto (Fig. 5).

 

Pilastro composito: rivestimento - disegno di Luciano ScaliFig. 5


(continua)




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