MURLOCULTURA n. 3/2010
La conoscenza come mezzo sicuro per recuperare valori dimenticati

Estate 2010 all'insegna della cultura

riflessioni di Luciano Scali
Associazione Culturale di Murlo
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Una estate all’insegna della cultura. Di solito durante il periodo delle vacanze si fa di tutto per distrarre il pensiero dal lavoro di sempre e pertanto si tenta di farlo rifugiandosi nell’effimero, in quelle cose che riescono a divertire senza scervellarsi troppo. Si assiste, pertanto ad un’affannosa ricerca della novità, di qualcosa che faccia effetto capace d’incuriosire la gente venuta da lontano tanto da indurla a verificare di persona se quanto pubblicizzato sia effettivamente vero. Il tutto per soddisfare la voglia di distrazione e soprattutto per tenere lontani i problemi di ogni giorno. C’è però un altro aspetto che vale la pena di considerare ed è quello che interessa molte persone le quali, approfittando di un periodo di relax cercano di ampliare la propria conoscenza andando alla ricerca di luoghi ove sia possibile trovarla. Le vediamo allora sostare dinanzi agli spazi dedicati alle affissioni, attente a quanto i manifesti accattivanti offrono, per valutare quali fra questi siano veramente degni di considerazione. Ricordo che qualche anno fa la maggior parte dei manifesti pubblicizzava le sagre, tutte antiche a loro detta e generalmente caratterizzate da un particolare piatto da gustarsi, naturalmente in loco. All’inizio la cosa funzionò piuttosto bene e siccome nessuno è fesso, le sagre iniziarono a proliferare da ogni parte cercando di differenziarsi tra loro e offrendo prelibatezze derivate da piatti caratteristici della zona ormai dimenticati. Alcuni paesi ben organizzati riuscirono a farlo meglio degli altri riempiendo di contenuti culturali e folkloristici i propri servizi culinari. Con questo sistema riuscirono a dare all’idea originale una solida identità tale da farla divenire col tempo un vero e proprio evento capace di caratterizzare l’intero periodo scelto per manifestarlo. Facile a dirsi, un po’ meno a mantenere viva la costanza per portare avanti l’impegno assunto in un momento di “congiuntura favorevole” come direbbero i nostri economisti, ma suscettibile di ridimensionamenti drastici trattandosi, di solito di volontariato. Anche la gente di Murlo è stata toccata da tale fenomeno e se in particolari campi ha mantenuto attenzione ed interesse verso quelle scelte capaci di gratificarla, per quanto concerne la cultura sta facendo fatica a seguirne il gravoso incedere. A dire il vero determinati argomenti riescono a polarizzare l’attenzione di persone non più giovani che vedono negli sforzi fatti dalla nostra Associazione il recupero di realtà lontane ma ancora vive nella tradizione e nella loro memoria. Il fascino di un passato recente che il progresso galoppante ha relegato nel dimenticatoio, torna a rivivere e a divenire argomento di conversazione capace di rispolverare ricordi, avvenimenti e persone rendendoli di nuovo attuali, da toccarsi con mano. Crevole e la sua madonna, il Conventaccio, le vicende della miniera e le scoperte della sua evoluzione, i mestieri dimenticati, le chiese, le fornaci, i mulini, le feste, le tradizioni e la guerra. Quante e quante cose che a elencarle tutte occorrerebbe una vita. E gli antichi percorsi da riscoprire e le risorse? La cultura che assieme alla memoria si è assopita da tempo ma che sta dando segni visibili di volersi svegliare, lo fa con gli scambi di informazioni e notizie con paesi lontani, pubblicando studi, recensioni, mostre e con l’estro di giovani nel campo della poesia, giornalismo e grafica. Credo proprio che sia questa la vera strada da percorrere con determinazione per recuperare quei valori fondamentali attraverso le iniziative che questa estate di fuoco, da più parti sta proponendo.



 


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