MURLOCULTURA n. 3/2011

4 giugno 2011

La Festa dei Popoli: cena multietnica a Vescovado

di Camillo Zangrandi


Associazione Culturale di Murlo
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Tango! e la struggente musica argentina dà il via alla cena della Festa dei Popoli insieme alle “empanadas de carne”, prima portata di una serata, piacevole, indovinata ed importante per la nostra comunità. Festa dei Popoli: con questo nome abbiamo voluto chiamare un incontro tra alcune famiglie provenienti da altri paesi e i cittadini di Murlo. E’ un progetto che avevamo in mente da diversi anni, ma per varie ragioni non si era mai riusciti a realizzarlo nella sua interezza. Il compromesso delle ultime edizioni di preparare una cena con qualche cibo esotico, vuoi da noi stessi oppure preparato da un ristoratore, non aveva mai soddisfatto e non rappresentava completamente il nostro obiettivo, che prevedeva un reale coinvolgimento di cittadini stranieri, che abitano nel nostro comune lavorando in diversi settori produttivi e attività. L’edizione del 2011 ha voluto essere un ritorno all’idea originale, cioè una festa con la reale partecipazione delle comunità straniere presenti sul territorio, da coinvolgere sia nella preparazione dei cibi sia nell’intrattenimento. Hanno partecipato all’evento cittadini e famiglie provenienti dall’Argentina, dalla Colombia, dal Senegal, dalla Tunisia e dal Kossovo. Alcuni di loro sono a Murlo da molti anni, altri da meno tempo; tutti danno il loro contributo alle attività e necessità del nostro territorio.
Dire che è stato facile organizzare questo evento sarebbe non corrispondente al vero. Il parlarne, il cercare di trovarsi, la programmazione, lo studiare quali piatti preparare, cercando di coordinarli in una sequenza con un senso culinario, avendo a disposizione cibi completamente diversi da quelli nostri usuali, è stato stimolante anche se talvolta faticoso, insieme al bilanciamento delle diverse sensibilità. Per tornare alla cena, dopo l’inizio argentino, si è passati ad un “risotto de quinoa”, piatto della Colombia. Dobbiamo spendere qualche parola per questa portata per due ragioni. La prima che per farlo è stato necessario coinvolgere l’ambasciata colombiana a Roma per fare arrivare il prodotto direttamente dalla Colombia. La seconda riguarda il prodotto stesso: la “quinoa” è testimone di biodiversità, già venerata dagli Inca come pianta sacra, viene coltivata da oltre 5000 anni sugli altipiani pietrosi delle Ande ad altitudini comprese tra 3800 e 4200 metri. Gli Inca chiamano la quinoa chisiya mama che nella loro lingua vuol dire “madre di tutti i semi”. A seguire un “couscous con verdure”, speciale anche questo perché la materia prima proveniva direttamente dalla Tunisia, come la cuoca di questo piatto. Sempre dalla Tunisia, fatto da un’altra famiglia, il pane. Il Senegal ha presentato la “iasa”, un piatto tipico di carne di pollo con verdure e con una speciale salsa. Dessert del Kossovo, la torta “baklavà”, della Colombia ancora, la “quinua con latte y miel” e dei biscotti al cocco, sui quali si sono cimentate due cuoche locali. Sono stati sorprendenti le capacità di tutti, non professionisti, di preparare ottimi piatti che hanno raccolto il plauso dei convenuti alla cena. La cucina, peraltro, è stata solo un aspetto di questo incontro di migliore e più approfondita conoscenza di culture, usanze e tradizioni diverse dalle nostre. Ogni comunità ha presentato, con molta semplicità come ci proponevamo, oggetti provenienti dai diversi paesi, cose di tutti i giorni tipiche, testimonianze delle tradizioni artigianali e non solo. Tutto questo insieme alle musiche dei vari paesi, che hanno fatto da sottofondo alle varie portate; purtroppo solo il Kossovo ha potuto presentare musica dal vivo. Di ogni nazione partecipante è stata preparata e messa a disposizione dei presenti un’ampia monografia dedicata alla conoscenza della sua geografia, della sua storia e tradizioni, dalle prime notizie che si perdono nella notte dei tempi fino ai giorni nostri. Per ogni nazione è stato individuato e messo in evidenza un aspetto culturale caratterizzante il paese, monumenti e/o tradizioni inseriti dall’Unesco nell’elenco del “Patrimonio dell’Umanità”. Questo lavoro è stato particolarmente utile per migliorare la nostra conoscenza di questi paesi, che -tutti- hanno un passato ed una storia che spesso non conosciamo e non riusciamo ad immaginare. Anche un piccolo bagno di umiltà per noi che frequentemente ci sentiamo gli unici depositari della storia dell’umanità.
Tutto questo insieme, come dicevamo all’inizio, ha contribuito a creare un importante momento di conoscenza reciproca, favorendo l’incontro tra culture diverse per costruire una comunità solidale ed accogliente nel rispetto delle diversità e della legalità. Una serata insieme per scoprirsi tutti portatori del medesimo sogno: quello di vivere in un comune dove culture diverse non vivono solo una accanto all’ altra ma si incontrano e si riconoscono fratelli.


 

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