MURLOCULTURA n. 5/2005
LETTERE AL DIRETTORE

Riceviamo e molto volentieri pubblichiamo

La vecchia ferrovia della miniera
Associazione Culturale di Murlo
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Visitando il sito internet dell’APT Siena, (www.terredisiena.it), e visualizzando i percorsi proposti nella sezione itinerari si possono leggere le indicazioni e le informazioni per raggiungere il sentiero della Vecchia Ferrovia delle Miniere di Murlo. Le poche righe esplicative che ho riassunto di seguito citano:

"Percorso didattico della Vecchia Ferrovia"
Lunghezza: mt. 3600
Difficoltà: molto bassa
Percorso attrezzato con punti di sosta panoramici, segnaletiche sulla flora e fauna che collega le Miniere di Murlo alla stazione della Befa. Suggestivo tracciato naturalistico immerso nei boschi di leccio, roverella, corbezzolo, erica, ginestre e ginepri accompagnato dal percorso del torrente Crevole.
Note: Percorso molto facile che può essere affrontato anche da chi non è esperto e non è ben allenato; allestito con cartellonistica esplicativa della flora e della fauna, con aree di sosta e infrastrutture di tutela della sicurezza dei visitatori.

Purtroppo percorrendo per intero l’itinerario la situazione che si presenta non è proprio quella descritta dall’autore del sito internet. Il primo punto che mi preme evidenziare è quello della sicurezza, forse perché padre di due figli, mi piacerebbe che durante una semplice passeggiata non fossi costretto a controllare dove questi mettono i piedi. Le transenne di legno che delimitano il sentiero sono in gran parte cadute, e dove sono ancora in piedi consigliano di mantenere una certa distanza e soprattutto di non appoggiarsi minimamente in quanto a malapena reggono il solo loro peso; in prossimità delle aree di sosta, (leggi tavoli), non è difficile trovare mucchi di rifiuti di ogni tipo, compreso vetri e bottiglie rotte, lasciate sia lungo il percorso che in prossimità dei cestini che sono straripanti e non lasciano altra scelta per i frequentatori che lasciare i rifiuti ai piedi di questi o rimetterli nello zaino e riportarseli a casa. Come se non bastasse il percorso, soprattutto la zona con accesso dalla parte della Befa, è continuamente transitato da auto e moto che posteggiano dove capita. Durante l’ultima uscita, oltre a fare “slalom” tra le auto, ho anche assistito ad una lite tra due “frequentatori” del sentiero in cui uno dei due aveva avuto il “grosso fuoristrada” bloccato da un’altra auto in sosta. Sarebbe così difficile collocare delle barriere anche a questa estremità del percorso in modo far accedere i veicoli a motore solo se autorizzati ed esercitare così un minimo di controllo? Inoltre il continuo transito di veicoli, per non parlare del numero e dimensioni delle strade create sulla pendice delle vallata per il taglio del bosco, ha completamente eroso e rovinato il fondo del sentiero creando innaturali vie di scolo per le acque e causando continue frane dei bordi.
Oggi percorrendo il sentiero la domanda ricorrente è: “ma cosa è rimasto di Didattico?” Forse la maleducazione dei frequentatori, la totale assenza di controllo durante le operazioni di taglio del bosco, l’abbandono da parte delle amministrazioni che dovrebbero curare la pulizia, controllo e mantenimento di un bene della comunità, che fatte notare a giovani menti speriamo potranno portare in un futuro prossimo ad una maggiore cura di quello che il territorio ci ha offerto, l’uomo ha in passato modificato per le proprie esigenze ed il “frequentatore della domenica” compromesso in pochi anni.Tutti siamo stati contenti quando il percorso è stato realizzato, più volte ho invitato amici e conoscenti, anche provenienti da molto lontano, per una passeggiata a piedi od in bicicletta lungo il percorso e non nascondo che tutti sono rimasti impressionati dalla particolarità del paesaggio, della vegetazione e dalla storia della vecchia ferrovia della Miniera; oggi non faccio più inviti. La situazione attuale del “sentiero” è rappresentativa di quello che sta succedendo un po’ a tutte le strade e sentieri nel bosco; anzi altri percorsi non segnalati si trovano in condizioni molto peggiori. Progressivamente molti sentieri stanno sparendo perché ingoiati dalla vegetazione o trasformati senza nessun controllo in “autostrade” perché necessari per altre attività.
Poche settimane fa, durante un’uscita in bicicletta, ho trovato il sentiero che porta alla Farnese oggetto di un pesante “restauro” eseguito con una ruspa che ha totalmente eliminato i resti della carrareccia esistente, allargato la sede originale e riportato uno strato di terra che adesso si sarà sicuramente trasformato in uno strato di melma che probabilmente lo rende impraticabile anche al curatore del restauro. C’era davvero necessità di operare in questo senso visto che parallelamente corre un’altra strada già “restaurata” pochi anni or sono?

           Roberto Parigi


Frana sentiero miniere di Murlo - Roberto Parigi

Una foto del masso caduto pochi giorni fa lungo il sentiero, circa metà del percorso, dove in precedenza le ruspe avevano allargato per portare via il legname abbattuto.




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Alla nascita di Murlo Cultura, ci facemmo la promessa di limitare le facili polemiche per non innescare troppi discorsi che fanno perdere di vista l’oggetto del contendere e rinviano all’infinito la soluzione dei problemi ad esso collegati. Che il percorso didattico potesse richiedere normali lavori di manutenzione per la sua agibilità era cosa nota fin dall’inizio e la nostra Associazione non ha mai cessato di far presente alle Amministrazioni che si sono succedute negli ultimi otto anni, le condizioni nelle quali il sentiero veniva a trovarsi col trascorrere del tempo. Ringraziamo il sig. Parigi per la sua lettera confidando che abbia miglior fortuna di quanto ne abbiamo avuta noi anche in epoca recente.
Vorremmo però aggiungere un avvertimento:

“Il percorso didattico sta divenendo inagibile a causa dei troppi punti a rischio per la pubblica incolumità. O si interviene con opere di manutenzione responsabile e impedendo l’accesso a veicoli di qualsiasi tipo condotti da persone insensibili e arroganti, oppure si chiude prima che accada qualcosa d’irreparabile sul quale poi piangere e recriminare”.

La Redazione
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