MURLOCULTURA n. 5/2008

Ponte Nero:
cronaca di un manufatto singolare

 di Luciano Scali

Associazione Culturale di Murlo
Torna all'indice


Le piogge del dicembre 2008 hanno lasciato il segno nell’aspetto del Ponte Nero privandolo del pilastro centrale ormai nutilizzato. Una ulteriore testimonianza del passato che scompare anche se ad essa non veniva attribuita grande importanza. Il nome del ponte ha sempre suscitato interrogativi a chi lo udiva per la prima volta, attribuendogli i più strani significati quando invece la sua origine era dovuta alla tinteggiatura protettiva nera data alle strutture portanti in legno.
In origine (1873) il Ponte Nero presentava la spalletta sud in muratura di pietra, il piano e quattro cavallette (piloni) in legname appoggiati su basamento in pietra. Dopo la prima chiusura della miniera nel 1893, la ferrovia venne smontata e così pure il ponte che vennero poi ricostruiti nel 1920 dalla Società Ansaldo che per circa un lustro ebbe in gestione l’attività mineraria apportando sostanziali modifiche al villaggio ed alle vecchie attrezzature produttive. Il ponte presentò poi un piano con tre cavallette e saettoni in legno rinforzati da catene in ferro. La ferrovia, a differenza dall’originale a
scartamento normale venne realizzata a scartamento ridotto di 90 centimetri che abbisognò di notevoli lavori al suo termine nei pressi della “Volta al Salcio” per consentire il trasbordo del carbone nei vagoni delle ferrovie dello stato. Con la cessazione della gestione Ansaldo la ferrovia carbonifera fu messa di nuovo fuori uso ed i piccoli gestori dell’attività mineraria si limitarono a trasportare il carbone con autocarri alla stazione di Siena. Nel 1940 la lignite di Murlo tornò ad essere una risorsa e la miniera riprese il suo lavoro a pieno ritmo. La ferrovia venne di nuovo ricostruita anche se il suo tratto fu notevolmente ridotto a quattro chilometri per consentire il trasporto della lignite al piano caricatore nei pressi della stazione della Befa, subito dopo la galleria delle Verzure. Anche lo scartamento cambiò e venne adottato il Decauville. In luogo delle cavallette di legno venne costruita una spalletta lato nord in cemento e muratura ed un pilastro centrale in cemento armato poggiante in parte sulla vecchia base in pietra mentre il piano ed i saettoni furono ricostruiti in legno. Alla chiusura definitiva della miniera anche la ferrovia venne smontata di nuovo e per un certo tempo il Crevole fu attraversato a guado. Allorché nel 1998 si realizzò il percorso didattico della Ferrovia Carbonifera, l’amministrazione Comunale pensò di ricostruire l’attraversamento del Crevole con un ponte a travatura Gerber ad unica campata evitando di servirsi del pilastro centrale rimasto in piedi. Tale scelta si è rivelata felice alla luce dei recenti avvenimenti di questi giorni anche se, come dicevo all’inizio, un’altra testimonianza del tempo passato scompare e con essa tracce importanti che il “pilastro solitario” conservava e che provvidenziali foto possono ancora chiaramente mostrare.

 

PonteNero 1920

Il Ponte Nero nel 1920

 

PonteNero 1940 (disegno di Luciano Scali)

Il Ponte Nero nel 1940 (ricostruzione di Luciano Scali)



PonteNero nel giugno1998

Il Ponte Nero nel giugno del 1998

PonteNero 6 febbraio 2008

Il Ponte Nero il 6 febbraio 2008

PonteNero 18 dicembre 2008

Il Ponte Nero il 18 dicembre 2008


Torna su