MURLOCULTURA n. 6/2010


La Posta a Murlo

di Gino Civitelli


Associazione Culturale di Murlo
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La diligenza di Radi - disegno di Luciano Scali
La funzione del servizio postale oggi, nonostante le nuove tecnologie abbiano quasi completamente sostituito alcuni servizi (ricevere una lettera o una cartolina è quasi un evento), ha mantenuto, specialmente nei piccoli paesi, una funzione molto importante e i postini godono ancora di grande popolarità. Molto spesso, però, ci troviamo a commentare e a lamentarci di lentezze e disguidi che, nonostante tutto, continuano a permanere in questo tipo di servizio e che creano a volte seri problemi a chi svolga un’attività. Già alla fine del 1500, in un periodo in cui si stava sviluppando un dinamismo economico e sociale, si era avvertita in Toscana l’esigenza di avere un servizio postale adeguato ai tempi, ma solo sotto i Lorena, una famiglia moderna e illuminata, verrà fatto uno sforzo straordinario per realizzare nel nostro territorio un servizio postale degno di questo nome, cercando, al tempo stesso, di ammodernare l’antica rete viaria che si trovava in condizioni miserevoli. In seguito a questa riforma, fu relativamente facile impostare un servizio e un’organizzazione postale lungo la via Cassia, ma per i paesi come Murlo, che non erano toccati da questa importante strada, era tutto più difficile. Questa comunità fin dal 1700, aveva un addetto che tutti i lunedi si recava alla Sede centrale di Siena a ritirare la posta e successivamente provvedeva alla sua distribuzione. Questa persona viaggiava a piedi, in quanto i cavalli, le carrozze o i semplici calessi, venivano affittati per le varie necessità e per questo, l’incaricato, veniva chiamato il “pedone”. Nei primi anni del 1800, il pedone di Murlo fu un certo Francesco Mancianti. Ma il problema più grosso non era tanto il viaggio, quanto il fatto che per ritirare alcuni plichi particolari, il pedone che per questo veniva anche chiamato procaccino, doveva anticipare di tasca propria il denaro necessario, e spesso si verificava che la posta più importante non venisse ritirata.
Il 21 Aprile 1812, il Direttore Generale delle Poste di Siena Spannocchi, scrive al Maire di Murlo che il suo procaccino non ritira all’Ufficio Centrale “alcune lettere dirette a cittadini particolari, non avendo il procaccino stesso il denaro per ritirarle." Per risolvere questo problema, il Direttore consigliava che "li fosse da lei affidata una somma da poterla pagare all’Uffizio della quale gliene dasse a di lei piacimento il dovuto discarico." La lettera proseguiva affermando che il procaccino-postino, al momento della consegna della particolare lettera, avrebbe dovuto farsi pagare dal destinatario e questi "li faranno il suo rimborso”. Se il destinatario si fosse rifiutato di riceverle, il povero postino sarebbe dovuto tornare a Siena, dove, dopo aver controllato che le lettere non erano state aperte, avrebbe ottenuto la restituzione del danaro. La lettera dello Spannocchi si concludeva con l’informativa che “…le lettere non ritirate restano morte nell’Uffizio (di Siena) per tre mesi, doppo i quali sono mandate in rifiuto a Parigi."
Non sappiamo come sia stata chiusa la vicenda, ma pensiamo che neanche il Maire potesse disporre di denaro da anticipare al procaccino-postino, ma è lecito supporre che la cosa sia stata risolta con una Bolgetta, una specie di borsa o di cassetta chiusa a chiave a Siena, al momento del ritiro, in cui venivano conservate le “lettere particolari”. Il procaccino la portava a Murlo, dove il Maire con una chiave analoga, la apriva e provvedeva alla consegna. Tutto questo durò diversi anni, fino al 6 maggio 1832, quando il Potestà di Murlo riconsegnò alla Direzione della Posta di Siena la chiave per il lucchetto della Bolgetta. Nel 1838 la Potesteria di Murlo fu soppressa e riunita al Vicariato Regio di Montalcino. All’inizio del 1875 vi fu istituita una collettoria, cioè un servizio di raccolta e distribuzione aggregata All’Uffizio di Monteroni d’Arbia. Nel 1890 il comune di Murlo, per garantire il servizio della posta al versante occidentale del suo territorio, si consorzia con i comuni di Monteroni e delle Masse di Siena per aprire un’altra collettoria a Grotti, Nel 1892 con una operazione analoga riesce a servire anche la frazione di Casciano. Finalmente, nel 1901 Murlo diventa sede di un ufficio postale di 3° classe che verrà promosso di 2° classe nel 1921.

Poste Murlo

Documento tratto dal sito: “I CORRIERI DEL MANGIA” - La Posta a Siena e nel suo territorio dai Medici al XX secolo di Giuseppe Pallini e Paolo Saletti.





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