MurloCultura 2019 - Nr. 1-2

Piante e licheni di Murlo nelle riviste scientifiche

di a cura della Redazione

RICERCA SUL TERRITORIO

Questa primavera sono state pubblicate ben due ricerche scientifiche riguardanti il territorio di Murlo, delle quali volentieri pubblichiamo una sintesi, ringraziando i ricercatori che vi hanno lavorato.
Il primo articolo è uscito il 10 aprile sulla rivista iForest [1] edita dalla SISEF (Società Italiana di Selvicoltura e Ecologia Forestale) e riguarda l'ormai famoso "bosco dei licheni" di Crevole, che grazie alla posizione ombreggiata e all'umidità assicurata dai torrenti Crevole e Crevolicchio, è insolitamente ricco di licheni tra cui alcune specie rare come Lobaria pulmonaria [2]. L'articolo si è occupato di verificare l'impatto che il taglio del bosco può avere su questo lichene e di riflesso sulla salute del bosco stesso, nel quale i licheni hanno un importante ruolo di ricircolo dei nutrienti e di ritenzione dell'acqua, comportandosi come spugne e regolando così l'umidità e la disponibilità idrica per le piante nel corso dell'anno. La "scusa" per intraprendere questa ricerca è stata il taglio nel 2016 di una porzione di circa 5 ettari di bosco proprio sotto la rocca di Crevole, dove era presente la popolazione più abbondante di Lobaria pulmonaria (il lichene cresceva su circa 1.000 alberi e arbusti, oltre che su diversi tronchi morti al suolo). Grazie alla collaborazione con l'Unione dei Comuni della Val di Merse e l'impresa boschiva, i ricercatori hanno fatto rilasciare alcuni alberi isolati con la Lobaria e alcuni piccole zone non tagliate di 500-1.500 metri quadrati di superficie. Dal 2018 è stato poi valutato lo stato di salute dei licheni "superstiti": i risultati della ricerca hanno mostrato che i licheni in migliore salute erano quelli all'interno delle "isole" di bosco non tagliate, dove la luce del sole era schermata e si manteneva una minore temperatura e anche una maggiore umidità; al contrario, i licheni rimasti sulle piante isolate sono risultati sofferenti per la maggiore insolazione ricevuta. I ricercatori hanno così dimostrato che piccoli accorgimenti durante l'esecuzione dei tagli forestali, come il rilascio di "isole" non tagliate, possono in molti casi salvare capra e cavoli, cioè permettere di utilizzare il bosco e dare la possibilità alle specie che vi vivono (non solo licheni ma anche piante e animali) di sopravvivere in questi "rifugi" per poi tornare a diffondersi di nuovo. E' auspicabile che la ricerca porti ad una maggiore attenzione degli enti verso questi aspetti del taglio del bosco, il cui impatto potrebbe sommarsi a quello dei cambiamenti climatici.
Il secondo articolo è uscito pochi giorni dopo (19 aprile) sulla rivista Italian Botanist [3], pubblicata dalla Società Botanica Italiana, e ha riguardato la flora di un tratto della valle del Crevole compreso tra le Miniere di Murlo e La Befa; questa ricerca è iniziata il 31 maggio 2017, con l'escursione della Sezione Toscana della Società Botanica Italiana, ed è stata poi portata a termine dai botanici dell'Università di Siena nel 2018. Lo studio ha accertato la presenza in quest'area di 501 diverse specie di piante, di cui molte di interesse scientifico, legate soprattutto ai tanti affioramenti rocciosi di diaspro, la particolare roccia color rosso fegato di cui abbiamo già parlato in passato su Murlo Cultura [4]; questa roccia, costituita da silice, produce suoli piuttosto poveri di nutrienti e aridi, dove dominano specie tipiche mediterranee. Nel caso degli affioramenti rocciosi di diaspro della valle del Crevole, abbondano le piante "succulente" della famiglia delle Crassulacee, capaci di immagazzinare acqua nelle foglie (es. le specie dei generi Sedum e Petrosedum) e piante "silicicole", cioè specializzate a vivere nei suoli silicei e rocciosi (Gagea bohemica, Paragymnopteris marantae, Scleranthus perennis, Teesdalia coronopifolia, Saxifraga granulata). Sulle pareti di roccia rivolte verso il torrente Crevole, si trovano infine molte felci, tra cui la rara Asplenium septentrionale. Alcune tra le specie ritrovate sono davvero interessanti: ad esempio Saxifraga granulata in Toscana era segnalata finora solo per gli Appennini settentrionali e l'isola d'Elba, mentre la popolazione di Gagea bohemica della valle del Crevole è la sola conosciuta per la Toscana continentale (le altre segnalazioni provengono infatti solo dalle isole). La ricerca ha segnalato anche 13 specie "aliene", cioè introdotte dall'uomo, e fra queste le più invasive e preoccupanti per la flora autoctona sono risultate il fico d'India (Opuntia engelmannii), che sta sempre più colonizzando la collina di diaspro di Montepertuso, e la specie americana Bidens frondosa, che tende ad invadere soprattutto certe aree dell'alveo del Crevole. Curioso invece il ritrovamento in ambiente naturale, il primo per la provincia di Siena, dell'uva fragola (Vitis labrusca), una vite americana "scappata" da chissà quale coltivazione e che qui nella valle del Crevole si è naturalizzata. L'articolo conclude osservando che per la sua importanza dal punto di vista floristico, la valle del Crevole dovrebbe essere inclusa nella vicina Riserva Naturale regionale Basso Merse o nell'omonimo sito europeo Natura 2000, in modo che una più attenta gestione possa tutelarne le specie native e impedire la diffusione di quelle alloctone invasive.

 

 

Riferimenti bibliografici

[1] Fačkovcová Z, Guttová A, Benesperi R, Loppi S, Bellini E, Sanità di Toppi L, Paoli L (2019). Retaining unlogged patches in Mediterranean oak forests may preserve threatened forest macrolichens. iForest vol. 12: 187-192 https://doi.org/10.3832/ifor2917-012

[2] Paoli L., Guttova A., Anselmi B. (2013). Osservazioni sui licheni del Crevole, Murlo Cultura 1/2013.

[3] Cannucci S, Angiolini C, Anselmi B, Banfi E, Biagioli M, Castagnini P, Centi C, Fiaschi T, Foggi B, Gabellini A, Lastrucci L, Lattanzi E, Scoppola A, Selvi F, Viciani D, Bonari G (2019). Contribution to the knowledge of the vascular flora of Miniera di Murlo area (southern Tuscany, Italy). Italian Botanist 7: 51-67. https://doi.org/10.3897/italianbotanist.7.33763

[4] Centi C., Anselmi B. (2005). La vegetazione del sentiero della vecchia ferrovia della Miniera, Murlo Cultura 4/2005.

FacebookTwitterGoogle Bookmarks
Associazione Culturale di Murlo APS
Sede legale: Piazza della Cattedrale 4 - 53016 Murlo (SI)
P.IVA 00808660526